Cos’è ChatGPT, come funziona, è davvero in grado di sostituire l’uomo anche nel lavoro? Ecco una prima risposta a tutte queste domande
ChatGPT non è altro che l’acronimo di Chat Generative Pre-trained Transformer, un software conversazionale capace di dialogare con l’uomo come un suo pari. Questa è l’ultima trovata in campo tecnologico firmata da OpenAI, l’organizzazione non-profit di ricerca sull’intelligenza artificiale che promuove lo sviluppo delle cosiddette Ai amichevoli, e che annovera tra i suoi co-fondatori anche un certo Elon Musk, oggi uscito da tempo dal board.
La sua ultima versione è uscita a fine novembre ma in poco più di un mese sta facendo parlare parecchio di se. La versione aggiornata del chatbot dotato di intelligenza artificiale tale da poter intessere conversazioni con l’essere umano, dalle più banali a quelle più complesse, tanto da poter risolvere questioni giuridiche e scrivere articoli, ha iniziato ad interessare anche i meno attenti agli sviluppi in campo tecnologico. Il segreto è legato al sofisticato sistema di machine learning che gli fornisce un database di conoscenze sconfinato. Questo è ovviamente merito dell’uomo e della sua intelligenza, stiamo parlando infatti di un gruppo di sviluppatori di primissimo livello, tutti appartenenti all’élite mondiale nel settore.
ChatGPT: è pronto a sostituire l’essere umano?
Ma cosa possiamo aspettarci da ChatGPT ed è accessibile a tutti? La seconda domanda è di più facile soluzione considerato che basta andare sul sito ufficiale chat.openai.com per creare gratuitamente un account e immergersi nel suo mondo. Quanto alle capacità di ChatGPT c’è già che lo investe del ruolo di nuovo lavoratore unico in campo umanistico. Un avvocato copywriter con le competenze di un traduttore poliglotta capace di sostituire sviluppatori e professori.
Il suo database in effetti gli permette di rispondere alle domande più disparate degli utenti fornendo un rapido e accessibile strumento di conoscenza. Manca tuttavia ancora di una capacità critica sviluppata che riesca a fargli superare la soglia delle risposte standard, in poche parole un ottimo strumento non ancora in grado però di sostituire l’essere umano.
Le sue capacità iniziano nel frattempo a creare più di qualche grattacapo a livello scolastico, tanto che le scuole di Los Angeles e New York hanno vietato agli studenti di accedere al sito, così come gli atenei australiani che per aggirare il problema creato da ChatGPT hanno deciso di ritornare al vecchio metodo carta e penna. Questa è in effetti la deriva pericolosa del chatbot, ossia rallentare l’apprendimento dell’essere umano, perché costantemente sostenuto dall’intelligenza artificiale che è sempre pronta a trovargli una soluzione al caso.
Al momento però l’allarmismo sembra un po’ esagerato considerato come detto in precedenza dei deficit di approfondimento del sistema, e tanto più se si tiene in considerazione che le risposte fornite non sempre risultano corrette, specie nel campo matematico, o meglio algebrico. Ecco perchè gli studenti dovrebbero fare attenzione al suo utilizzo e perché i lavoratori possono tirare un sospiro di sollievo, il loro contratto è salvo, almeno fino al prossimo aggiornamento.