I figli di Sinisa Mihajlovic sono pronti a vivere una sfida dalle mille emozioni. L’amore per la Lazio, il rispetto per il Bologna e il sogno per il futuro
Lazio e Bologna si affronteranno oggi allo stadio Olimpico nel nome di Sinisa Mihajlovic. La squadra più amata (con la quale ha vinto uno scudetto, coppe europee ed è stato capace di lasciare il segno) e quella che lo ha visto protagonista da tecnico, si affronteranno nello stadio che ha calcato più volte nella sua carriera. Quello che gli ha riservato gioie, trionfi, cori e tanto amore. Ad assistere alla gara ci saranno anche i figli di Sinisa, Miroslav e Dusan.
Dalle pagine del Corriere dello Sport, i figli di Sinisa Mihajlovic ricordano il padre, i momenti più delicati della malattia e l’amore per la Lazio: che ha caratterizzato l’intera famiglia. “Ci aspetta una notte speciale, vivremo le emozioni dell’Olimpico tutto per papà, laziali e bolognesi insieme, ma anche il dolore di non averlo più accanto a noi. Stiamo provando ad abituarci, ma non è facile”, raccontano. “Noi amiamo queste due squadre, ma la Lazio per noi ha qualcosa in più, speriamo che a Bologna non si arrabbino perché la città e la sua gente ci resteranno nel cuore per sempre”.
Dusan e Miroslav ricordano Sinisa con affetto e l’ultima domenica passata insieme: “Disse a tutti che era felice e si sentiva molto bene. Chiamò un sacco di amici, forse quasi tutti quelli più legati a lui. Ma ci colpirono due chiamate: una a Conte e una a Guardiola, papà stava programmando i suoi viaggi di aggiornamento professionale sui campi del City e del Tottenham. Non so se era un modo per farsi coraggio oppure se era, come ci hanno detto, una specie di canto del cigno, fatto sta che ci sembrava davvero il solito leone”…”Quella domenica è stata speciale proprio grazie alla sua voglia di lottare ancora. Era lui, spesso, che ci faceva forza. Siamo arrivati in clinica e abbiamo trovato davanti all’ingresso una carrozzina: papà si ribellò, ma siete matti io cammino da solo, non ho bisogno di aiuto”.
Quella volta che lo chiamò la Roma
L’amore per la Lazio ha coinvolto l’intera famiglia, tanto che, quando la Roma provò a riportarlo a Trigoria, al posto di Eusebio Di Francesco, tutti insorsero. “Non puoi andare alla Roma, papà non puoi fare una cosa del genere. Io vado allo stadio, frequento la curva, sono laziale nell’anima: non potrò più uscire di casa se farai questa scelta. Anzi, te lo dico, non esco più di casa e sappi che non potrò mai tifare per la Roma solo perché l’allenerai tu. Io sono della Lazio”, ricorda Dusan, che poi svela la risposta del padre: “Meglio così, se non esci eviti di fare le tue solite cazzate”. Miroslav, che dichiara di apprezzare Klose (che ha il suo stesso nome) e Romagnoli, ha un sogno: “Voglio iscrivermi subito al corso allenatori per realizzare un desiderio che papà non è riuscito a celebrare: alzare un trofeo in panchina”.