Alec Baldwin è stato incriminato per omicidio colposo a seguito della sparatoria avvenuta sul set in cui ha perso la vita l’assistente alla regia.
Non ha certamente bisogno di presentazioni l’attore americano che nella sua lunga carriera ha preso parte a numerosi film e pellicole di successo, eppure il motivo che lo porta al centro dell’attenzione riguarda qualcosa di totalmente diverso, che in ogni caso è avvenuto sul set di uno dei suoi film.
L’attore è stato incriminato per omicidio colposo non volontario a seguito della morte di una delle assistenti alla regia, ovvero Halyna Hutchinson, colpita dal un colpo di pistola sparato proprio mentre girava una scena del suo nuovo film. Insieme a lui, incriminata con la stessa colpa anche l’addetta alla manutenzione delle armi sul set, Hannah Gutierrez Reed, mentre l’assistente regista, David Halls, si è dichiarato colpevole di uso negligente di un’arma letale. Ad avere emesso questa sentenza, come riporta Tgcom 24 è stato il Procuratore distrettuale dell’area di Santa Fe, Mary Carmack-Altwies, stando agli accordi raggiunti, l’attore dovrà stare per sei mesi in libertà vigilata e non è in alcun modo prevista la detenzione.
“Se una di queste tre persone avesse fatto il suo lavoro, Halyna Hutchinson oggi sarebbe viva”, ha ammesso Andrea Reeb, ovvero la Procuratrice speciale incaricata dalla Carmack-Altwies di istruire il caso e ancora: “Le prove mostrano una palese mancanza di rispetto delle norme di sicurezza sul set di Rust. In New Mexico non c’è posto per set cinematografici che prendano sul serio i nostri impegni per la sicurezza del pubblico soprattutto quando ci sono armi in gioco”.
Alec Baldwin ha finalmente ricevuto la sentenza rispetto ai fatti accaduti sul set nell’Ottobre del 2021 che hanno scosso davvero tutti e che hanno causato la morte dell’assistente alla regia, raggiunta da un colpo di arma da fuoco, da parte di una pistola usata proprio dall’attore stesso.
“Non punterei mai una pistola contro qualcuno per poi premere sul grilletto”, aveva ammesso l’attore, oggi condannato a sei mesi di liberta vigilata, in una sua lunga intervista per la Abc, sempre nel suo racconto circa la ricostruzione dei fatti, aveva affermato di essere stato messo al corrente di come la pistola non fosse piena di proiettili vivi e di come il colpo fosse partito senza che nemmeno avesse premuto il grilletto.
Ad ogni modo la decisione è stata presa, “Siamo di fronte a una terribile ingiustizia“, cosi ha reagito l’attore americano che ancora una volta tramite il suo avvocato Luke Nikas, ha ammesso di non avere alcuna ragione per presumere che in quella pistola ci fossero proiettili “vivi”.
Dal canto loro ad avere espresso gratitudine verso la Procura, è stata la famiglia Hutchins, che tramite il loro avvocato ha ammesso: “La nostra inchiesta indipendente avvalora le incriminazioni, nella speranza che sia fatta giustizia”.