La discussione fra cosa sia meglio tra la sala e il divano di casa propria continua, ma James Cameron sembrerebbe aver trovato un punto di incontro
La diatriba tra sala cinematografica e visione in streaming si sta velocemente arricchendo di molteplici punti di vista, provenienti dalle star di Hollywood, che hanno definitivamente formato due fazioni ben distinte: chi pensa che la sala sia ancora indispensabile per fruire del cinema e chi invece considera lo streaming come un futuro positivo per l’industria.
Bisogna dire che, nonostante Netflix, Prime Video e Disney Plus, stiano dominando l’industria, sono ancora sensibilmente in maggioranza i registi e gli attori a favore della sala. James Cameron si è recentemente espresso sulla questione, con un interessante compromesso dialettico tra le due radicali visioni della settima arte.
Il celebre regista canadese ha voluto trovare un punto di incontro, senza escludere a priori una delle opzioni: “Se guardate Avatar: La via dell’acqua a casa vostra su un televisore a schermo piatto ragionevolmente grande con un sistema audio decente e vi sedete abbastanza vicino e dall’altra parte della stanza, avrete una buona esperienza”, una tolleranza che non ci saremmo aspettati da un uomo dell’età di Cameron (68 anni), abituato a concepire dei mastodontici blockbuster per la sala.
Cameron ha poi proseguito, parlando dell’unica circostanza in cui la visione in streaming è davvero sconsigliata: “quando si inizia a guardare qualcosa su un telefono, si perde il punto. Andare al cinema non ha tanto a che fare con le dimensioni dello schermo e la perfezione dell’impianto audio. Si tratta piuttosto di decidere di non essere multitasking”. Il regista di Titanic ha infatti spiegato: “Credo che questa sia la parte critica che manca alla gente. Stai facendo un patto tra te e un’opera d’arte per dedicarle tutta la tua attenzione. E non lo fai quando sei a casa. La gente non piange così tanto quando guarda un film a casa come al cinema. Non c’è la profondità delle emozioni”. Una posizione intermedia, che potrebbe finalmente mettere d’accordo puristi della sala e nuove generazioni, ormai fin troppo abituate a fruire di prodotti audiovisivi quasi esclusivamente dallo schermo del proprio smartphone.