Il centrocampista inglese, oggi in forza al Nottinhgam Forest, ha dato ragione alle parole pronunciate a novembre da CR7
Jesse Lingard oggi è la stella del Nottingham Forest, lo storico club tornato in Premier League dopo 23 anni di purgatorio. Dopo un inizio difficile, il Nottingham ora è riuscito a prendere confidenza con il massimo campionato e ora è tredicesimo in classifica, a +5 dalla zona retrocessione. Lingard ancora non è riuscito a incidere come ci si aspettava e ora è ai box per un infortunio muscolare alla coscia. Lingard però resta uno dei giocatori inglesi più chiacchierati, talento purissimo, ma mai sbocciato del tutto, nemmeno dopo l’ottima parentesi al West Ham del 2021. Sei mesi di fuoco che convinsero il Manchester United, nella stagione scorsa, a tenerlo a Old Trafford, ma senza i risultati sperati. Non solo per colpa di Lingard, però. Le difficoltà dei Red Devils e i cambi di allenatore incisero molto sul rendimento della squadra e anche del centrocampista.
Manchester United, Lingard: “Club indietro su tutto…”
A fine anno, dunque, il giocatore ha deciso di lasciare Old Trafford a parametro zero e di accettare l’offerta del Nottingham Forest con cui finora ha messo insieme sedici presenze tra coppe e campionato. Lingard – come detto – è uno dei giocatori più seguiti in Inghilterra, perché è un personaggio, basti pensare che il suo profilo Instagram è seguito da quasi 10 milioni di follower e le sue parole difficilmente passano sotto silenzio. Così nell’ultima intervista rilasciata ai media, Lingard è tornato a parlare anche di Manchester United e l’ha fatto usando termini simili a quelli utilizzati da Ronaldo nella famigerata intervista a Piers Morgan che poi valse la rottura con il club.
Lingard ha di fatto dato ragione a CR7: “Lo United è rimasto indietro su tanti, troppi aspetti. Guardi le strutture del City, del Tottenham, del Liverpool e gli altri sono avanti di tantissimo. Anche nei social media, io l’ho detto già nel 2017 di fare contenuti video, volevo che il club fosse all’avanguardia e cosciente delle novità”, ha detto al podcast Diary of a Ceo. Ma non è solo una questione di social e strutture: “Non si sapeva mai chi prendeva le decisioni. E ovviamente adesso vogliono vendere il club, che però è rimasto indietro su tantissime cose. Ai giocatori non veniva data una visione di insieme. Volevamo attrezzature moderne, ma non sapevamo chi prendesse le decisioni riguardo le strutture di allenamento e cose simili, non c’era nessuno che parlasse alla stampa della squadra…”. Insomma, stessa sinfonia di Cristiano Ronaldo.