Il leader ucraino non è certo che Putin sia ancora vivo. E cita prove che alimentano dubbi. Mosca risponde, ma non convince
Volodymyr Zelensky lancia una vera e propria bomba… stavolta comunicativa. Il leader ucraino, da tempo impegnato nel conflitto contro Vladimir Putin e la Russia, mette seriamente in dubbio il fatto che il suo nemico sia ancora in vita. E per corroborare la sua tesi, pone dubbi, questioni e riflessioni, che hanno scatenato la reazione di Mosca. Si apre una nuova e forse decisiva pagina del conflitto.
Zelensky, intervenuto in video-conferenza al World Economic Forum di Davos. Zelensky ha affermato di non essere “del tutto sicuro” che il presidente russo sia effettivamente ancora in vita, e di “non sapere con chi parlare” per eventuali colloqui di pace. Dichiarazioni forti, che hanno immediatamente portato alla reazione di Mosca. Tutti però si attendevano video o immagini dello stesso Putin, pronto a rispondere alla provocazione di Zelensky e ad allontanare voci e illazioni.
Il Cremlino ha invece sottolineato come Zelensky “preferirebbe che non esistessero né la Russia né Putin”. “Ma prima il regime ucraino si renderà conto che la Russia e Putin esistono ed esisteranno, meglio sarà per un Paese come l’Ucraina”, ha attaccato il portavoce Dmitry Peskov. Parole, ma nessuna immagine di Putin. Peskov ha solo ribadito che il presidente russo gode di ottima salute e che ha effettuato il tradizionale tuffo gelato dell’Epifania ortodossa, “Questa volta non ci sono materiali video o fotografici, ci limitiamo a riferire che ha seguito la sua tradizione”. Il Cremlino ha anche riferito di una telefonata tra Putin e il presidente iraniano Ebrahim Raisi. Oltre che della situazione in Siria, i due hanno parlato “di progetti reciprocamente vantaggiosi nei settori dell’energia e dei trasporti e dell’intensificazione della cooperazione in ambito politico ed economico”.
Perchè Mosca riferisce notizie su Putin, senza mostrarlo o senza che il diretto interessato esca allo scoperto? Nel frattempo contro il supporto alla difesa di Kiev da parte dell’Occidente si è scagliato anche l’ex presidente russo Dmitry Medvedev, attualmente vice-presidente del Consiglio di sicurezza, che è tornato sulla possibile minaccia di una “guerra nucleare” in caso Mosca perdesse il conflitto. “La sconfitta di una potenza nucleare in una guerra convenzionale potrebbe provocare una guerra nucleare“, ha scritto Medvedev su Telegram. Le parole dell’ex presidente russo arrivano alla vigilia del gruppo di contatto sull’Ucraina in programma nella base americana di Ramstein, in Germania.