In alcuni istituti, scrive Libero, è stato trasmesso “Marcia su Roma”, dove compare il premier. Obiettivo: convincere i minori che governa l’erede del Duce
Quando si vuole imporre un pensiero o un’ideologia, la scuola è sicuramente il luogo più adatto. Menti incontaminate, tante idee e spesso confuse, tasso di condizionabilità elevata all’ennesima potenza. A scuola non si impara solo a leggere o scrivere. Le informazioni e le esperienze maturate in quegli anni, fra quelle mura, sono la base dell’uomo o la donna che saranno, una volta cresciuti, i nostri ragazzi. In tenera età, la capacità di discernimento è ancora molto labile, e questo, la sinistra, deve averlo capito molto bene. E ci investe molto. Lo abbiamo visto con le battaglie fatte per inserire tra le mura scolastiche l’ideologia genderfluid. Con la scusa della solita parolina magica, “inclusione”, spera di fare breccia fra le menti in via di sviluppo dei nostri giovani. Ora, non contenta, ci prova con la politica. Ecco la nuova missione: convincere i bambini che oggi, chi ci governa, non è un Presidente figlio del suo tempo-democratico, bensì la copia al femminile del Duce.
Con quale strumento sta cercando di assolvere a questo indottrinamento? Attraverso la proiezione, durante l’orario scolastico, di un docu-film, presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. Stiamo parlando della pellicola “La Marcia su Roma”, documentario che racconta la manifestazione eversiva fascista che portò al colpo di Stato di Mussolini nel 1922. Nulla di sbagliato nel far conoscere ai ragazzi una pagina così importante della nostra storia se, questa, non fosse ideologicamente impregnata di messaggi distorti e fuorvianti. Sul finale del film compare, tra i vari leader di destra di oggi, un’immagine dell’attuale Premier Giorgia Meloni. Alla domanda sul perché inserirla nella pellicola, il regista, Mark Cousins, rispose: «Sono straniero e non voto qui (l’uscita del documentario ricadeva a ridosso delle politiche del 25 Settembre), ma il modo in cui, per esempio, la Meloni ha parlato a Vox in Spagna dicendo “no Lgbt, sì all’Università della Croce” , è simile a quello delle crociate dell’undicesiomo secolo ed è pericoloso perché mette in difficoltà la sicurezza delle minoranze».
All’interno della scuola un chiaro manifesto elettorale contro la Meloni
Un chiaro manifesto elettorale contro Giorgia Meloni, utilizzando la solita tecnica degli amici democratici: il discredito. Gettare fango è ciò che viene loro meglio. “Marcia su Roma” ha un indiscutibile messaggio politico al suo interno, che nulla ha a che vedere con il racconto di una pagina di storia. Ecco l’evidente ragione per cui la destra politica, coesa, vuole vietare che si proietti nelle scuole. È diventato un caso politico. La deputata di Fratelli d’Italia, Chiara La Porta, ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara. «Evitare che il docu-film Marcia su Roma venga proiettato nelle scuole italiane durante le ore di lezione. «Il docu-film – si legge nell’interrogazione – chiude con una comparazione provocatoria dello stile di politici moderni con quello di Benito Mussolini negli anni venti del secolo scorso».
Far comparire il volto del Premier è «un chiaro accostamento e comparazione con Mussolini e il fascismo, paragoni pericolosi e inappropriati». La pellicola è stata già trasmessa in alcuni istituti scolastici, tra cui una scuola di San Sepolcro, nell’Aretino, dove è stato visto da studenti delle classi quinte, durante l’orario scolastico, in un cinema cittadino. Non si è fatta attendere la risposta dal Pd, attraverso il capogruppo Irena Manzi che ha parlato di censura alla libertà di insegnamento. La Manzi ha ritenuto l’interrogazione parlamentare «intimidatoria», rivendicando la libertà di esprimere il proprio pensiero e di insegnare. Sentire dalle fila del Pd rivendicare il diritto di libertà di espressione, sinceramente fa sorridere. Basti pensare alle battaglie contro la destra sul ddl Zan, per un articolo contestato, all’interno del testo, – il quarto -, che rappresenta l’assoluta negazione di quella libertà. Paragonare la Meloni a Mussolini non è un racconto storico, ma una palese menzogna a servizio della sinistra. Vietare questo messaggio distorto all’interno delle scuole non è limitazione di libertà, ma rispetto di un principio che dovrebbe essere alla base di ogni insegnamento: fornire ai ragazzi tutti i mezzi per analizzare la storia con capacità critica, senza condizionamenti ideologici.