Il Fatto Quotidiano: con i suoi emendamenti ha fatto risparmiare alle società 50 milioni di euro, ora il patron della Lazio studia altre norme per il mondo del calcio
Cento ne fa, mille ne pensa. E’ il presidente della Lazio e senatore di Forza Italia Claudio Lotito che secondo a quanto scrive il Fatto Quotidiano sta provando ad inserire altre soluzioni per il mondo del pallone. Il senatore studia le norme, accoglie le istanze, cambia le leggi. Dopo aver vinto la battaglia in manovra sul rinvio delle tasse per le società sportive, contro il parere stesso del governo, Claudio Lotito ci riprova. Stavolta il senatore di Forza Italia vuole cambiare il “decreto Crescita” e il “decreto Dignità”, cioè i benefici fiscali sugli stipendi dei calciatori stranieri e il divieto di sponsor sulle scommesse. Due altri bei regali al calcio, da decine di milioni di euro. Il presidente-senatore ha appena presentato, da solo o con altri colleghi berlusconiani, i suoi emendamenti al decreto Milleproroghe.
Lotito gioca a tutto campo, a cominciare dai diritti tv, con una misura anti-pirateria e la possibilità di estendere retroattivamente il contratto 2021-2024, che significa consegnare senza gara il campionato per altre due stagioni a Dazn, per la gioia dei tifosi. Ma la partita più importante sono come sempre i ricavi dei club. Così Lotito vuole ritoccare la parte del decreto Crescita che riguarda i lavoratori sportivi: la famosa agevolazione fiscale per il rimpatrio dei cervelli, che in maniera piuttosto controversa qualche anno fu estesa agli atleti, permettendo così alle squadre di risparmiare sugli stipendi dei campioni stranieri (l’imponibile viene calcolato solo sul 50% del contratto). Dopo la figuraccia della mancata qualificazione ai Mondiali, l’anno scorso la norma è diventata il capro espiatorio di Figc e Assocalciatori, e il governo l’ha modificata fissando un tetto minimo di 1 milione di euro per l’agevolazione (così che a beneficiarne siano solo i giocatori di alto livello, e non quelli che magari vengono a togliere il posto ai giovani italiani).
L’emendamento Lotito chiarisce giustamente che lo sconto si applica solo sul contratto sportivo, e non su altre fonti di reddito. Ma poi, tra le righe, aggiunge che si può estendere anche ai rinnovi contrattuali. Lo sconto doveva essere una tantum: il giocatore entrava in Italia con una tassazione ridotta, ma poi scaduto il contratto sarebbe dovuto tornare alle aliquote normali. Invece così l’agevolazione verrebbe prorogata. Tanto per fare un esempio, la sua Lazio potrebbe rinnovare Felipe Anderson e Pedro alle stesse condizioni di favore. Ma il vantaggio ovviamente riguarda tutti.Il piatto forte è l’abolizione del divieto di pubblicità delle scommesse previsto dal decreto Dignità nel 2018. Una norma fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle e difesa nel corso degli anni dagli attacchi del calcio, che da tempo chiede di farla cadere. Ora verrebbe restituita ai club la possibilità di fare pubblicità “indiretta”: per intenderci, sì al brand sulla maglia, no agli spot che invitano al gioco.
Così la Serie A potrebbe recuperare almeno 50 milioni di euro di sponsorizzazioni perdute: soldi non sempre trasparenti (con le dovute eccezioni per i gruppi sani e senza fare di tutta l’erba un fascio, le aziende di questo settore spesso sono problematiche). Ma si sa, pecunia non olet, specie per il pallone alla canna del gas. Adesso non resta che capire se gli emendamenti verranno approvati in commissione, ma come dimostra il precedente delle tasse alle società di calcio rinviate nella legge di Bilancio nonostante il “no” di Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti, l’uomo ha mille risorse: “Sto solo portando in Parlamento le richieste che mi vengono sollecitate dall’intero comparto, sono tutte misure di buon senso”, spiega al Fatto Quotidiano usando la stessa motivazione sostenuta durante la battaglia per rinviare le imposte alle società di calcio (che serviva e molto alla sua Lazio). Curiosamente, la modifica del decreto Dignità sarebbe allo studio anche del ministro Andrea Abodi, che sta lavorando a un pacchetto di norme sullo sport, tra cui questa. Lotito prova ad anticiparlo: “Io non faccio il ministro, faccio i fatti”.