L’inatteso volume postumo di Benedetto XVI spiazza tutti per la crudezza dei contenuti e per le sue valutazioni, tanto realistiche quanto radicali, sullo stato di una parte della Chiesa che da anni si adopera contro di lui con “un vociare assassino”. Poi le rivelazioni sconvolgenti sui seminari tedeschi.
Il testo, intitolato “Che cos’è il cristianesimo”, è stato dato alle stampe subito dopo la sua morte per suo stesso volere, espresso con una lettera del maggio 2022 inviata ai due curatori, monsignor Georg Gaenswein e il teologo italiano Elio Guerriero. “Questo volume, che raccoglie gli scritti da me composti nel monastero Mater Ecclesiae, deve essere pubblicato dopo la mia morte”, scriveva chiaramente Ratzinger, senza possibilità di cattive interpretazioni. “L’apparizione di ogni mia parola subito provoca un vociare assassino. Voglio risparmiare questo a me stesso e alla cristianità”.
Il libro postumo di Benedetto XVI e le pesanti accuse alla Chiesa tedesca
Un testo da cui emergono numerosi atti d’accusa, di cui alcuni particolarmente duri e sconvolgenti. Il che dimostra, probabilmente, la ragione della sua decisione riguardante la pubblicazione postuma, vista la sua promessa di non adoperarsi più nella redazione di scritti, al seguito della sua rinuncia, per il resto della sua vita. Non a caso, ogni volta che sono emersi suoi brevi commenti e introduzioni, puntualmente sui media di tutto il mondo si sono sollevati innumerevoli polveroni. “La furia dei circoli a me contrari in Germania è talmente forte che l’apparizione di ogni mia parola subito provoca da parte loro un vociare assassino”, spiegava lo stesso Papa emerito nella lettera.
Al centro delle sue accuse ci sono quindi tanto numerosi “circoli” di vescovi tedeschi, ma anche statunitensi, in particolare coloro “che rifiutarono la tradizione cattolica nel suo complesso mirando nelle loro diocesi a sviluppare una specie di nuova, moderna cattolicità”. “Forse vale la pena accennare al fatto che, in non pochi seminari, studenti sorpresi a leggere i miei libri venivano considerati non idonei al sacerdozio. I miei libri venivano celati come letteratura dannosa e venivano per così dire letti solo di nascosto“, spiega senza nascondere la polvere sotto il tappeto, ma mettendo in luce la semplice realtà che tanti sacerdoti e seminaristi vivono ad oggi in diverse diocesi del mondo.
Tra i vari passaggi del libro, sta creando grande rumore quello dedicato al tema dell’omosessualità, in cui Ratzinger rivela che esistano persino “club” di gay nei seminari. Tanto che, sottolinea Benedetto XVI, “in diversi seminari si formarono ‘club’ omosessuali che agivano più o meno apertamente e che chiaramente trasformarono il clima nei seminari. In un seminario nella Germania meridionale i candidati al sacerdozio e i candidati all’ufficio laicale di referente pastorale vivevano insieme. Durante i pasti comuni, i seminaristi stavano insieme ai referenti pastorali coniugati in parte accompagnati da moglie e figli e in qualche caso dalle loro fidanzate. Il clima nel seminario non poteva aiutare la formazione sacerdotale”. Addirittura, rivela il Papa emerito nel suo libro postumo, “un vescovo, che in precedenza era stato rettore, aveva permesso di mostrare ai seminaristi dei film pornografici, presumibilmente con l’intento di renderli in tal modo capaci di resistere contro un comportamento contrario alla fede”.