Quando parliamo di raccolta energia ci si riferisce nella maggior parte dei casi ai capacitori elettrolitici, dei componenti utilizzati nella società per raccogliere e divulgare energia ai dispositivi elettrici di ogni tipo, da quelli portatili a quelli di rete o industriali.
Il settore energetico negli ultimi anni è in forte crescita e richiede nuove tecnologie in grado di recuperare le energie che andrebbero sprecate o disperse nell’ambiente, anche provenienti da fonti energetiche alternative.
Tra le componenti maggiormente utilizzati nell’ambito della conservazione dell’energia troviamo appunto i condensatori elettrolitici, ma l’evoluzione tecnologica ha permesso di fare un’ulteriore passo avanti ed è nata una nuova tecnologia in grado di migliorare la produzione, la conservazione, lo stoccaggio e la raccolta dell’energia: l’Energy harvesting.
Il futuro della conservazione energetica: dai condensatori elettrolitici all’energy harvesting
Le nostre vite quotidiane sono popolate da milioni di apparecchi elettronici che funzionano grazie all’energia elettrica e necessitano di specifici componenti integrati per poter accumulare energia da utilizzare anche quando si è in giro. L’esempio più comune sono gli smartphone e i pc portatili, ma anche le infrastrutture necessitano di componenti in grado di conservare e rilasciare energia elettrica.
Nella maggior parte degli ambiti in cui è richiesta la conservazione, accumulo e produzione di energia troviamo almeno una tipologia di condensatore, nello specifico è molto comune l’utilizzo del condensatore elettrolitico di alluminio, più comunemente chiamato condensatore polarizzato.
Grazie all’evoluzione tecnologica la produzione di condensatori si sta sviluppando sempre di più e permette lo sviluppo di nuovi componenti in grado di soddisfare ogni esigenza, basti pensare ai supercondensatori o ai micro supercondensatori adatti anche ai dispositivi più piccoli.
Come anticipato, però, il futuro non si ferma e nel settore dell’efficienza energetica è nata una nuova tecnologia in grado di recuperare e ridurre lo spreco di energia. Ma come funziona l’energy harvesting?
Che cos’è e come funziona l’energy harvesting
Il termine Energy Harvesting tradotto in italiano acquisisce il significato di “raccolta di energia” e rappresenta, appunto, un nuovo processo tecnologico che permette di raccogliere e conservare l’energia prodotta dalle fonti energetiche alternative, proprio come il processo svolto dai condensatori elettrolitici.
Questo processo è conosciuto nel settore anche con il nome di “Power Harvesting” e il suo funzionamento è molto semplice: converte l’energia prodotta dalle fonti alternative, che andrebbe dispersa nell’ambiente, in energia direttamente utilizzabile e re-immettibile nel sistema produttivo.
Anche in questo caso è possibile sfruttare l’energia catturata dal processo dell’energy harvesting e utilizzarla nei sistemi di comunicazione o nei piccoli dispositivi elettronici. Tuttavia, non si esclude l’applicazione di questa nuova tecnologia anche come forma di alimentazione di dispositivi autonomi ad alta potenza, come le centraline elettriche.
Attenzione, però, il funzionamento di questa nuova tecnologia è possibile solo se si utilizzano dei supercondensatori, ovvero dei condensatori caratterizzati da un’elevata capacità che possiedono le stesse caratteristiche dei condensatori elettrolitici e delle batterie ricaricabili. Questo perché l’energia recuperabile esclusivamente in modalità harvesting è poca e può essere raccolta in modo discontinuo, per questo motivo è fondamentale utilizzare i nuovi condensatori disponibili in commercio per poter raccogliere quanta più energia proveniente dalle fonti alternative (sole, vento, uomo, animale, acqua, terra).