I sostenitori di fede bianconera sono ancora sotto shock e si vede chiaramente quello che succede durante la sfida con i bergamaschi
Doveva essere una bolgia, quasi “una chiamata alle armi”, per usare uno slogan tanto in voga in questi ultimi giorni sui social, invece c’è stato l’effetto contrario. Il forte e solido “Juventus Stadium” è solo un ricordo, contro l’Atalanta rispondono presente i tifosi di sempre, quelli di curva, quelli che non mancano mai, ma tanti altri sono, probabilmente delusi e ancora sotto shock per la penalizzazione di 15 punti non si sono proprio presentati. Il colpo d’occhio dello stadio, rispetto al passato quando la Juve gioca in casa, è spiazzante. Tanti spazi vuoti e, durante la partita, ben prima che l’Atalanta andasse in vantaggio, anche tanto silenzio.
Una scena che fa riflettere e che resta scolpita negli occhi perché vedere l’impianto dove gioca la Juventus non pieno in ogni ordine di posto fa riflettere. Segno che la decisione della Corte d’Appello Federale ha lasciato di stucco e ha colpito nel segno tanti tifosi della Juventus che ancora non credono di essere scivolati al decimo posto in classifica.
A rendere la serata ancora più amara, la protesta degli ultra contro la dirigenza della Juventus. Attraverso una nota congiunta Drughi, Viking e Nab, tre dei gruppi della tifoseria bianconera organizzata, hanno preso posizione in merito alla sentenza sul caso plusvalenze e hanno lanciato pesantissime accuse al presidente Agnelli e agli altri dirigenti che hanno abbandonato il club. Parole dure abbinate alla volontà di tornare allo Stadium per animare di nuovo la curva.
Gli ultra criticano una dirigenza “boriosa e faccendiera” che “aveva come unico scopo ridurre la storia sportiva di una società leggendaria a una mera operazione economica, un prodotto da piazzare sui mercati internazionali come una bibita qualsiasi o un marchio di abbigliamento”. “Dove eravate – prosegue la nota – quando a noi veniva impedito di stare al nostro posto? Dove eravate quando veniste messi in guardia dal pericolo di avere lasciato l’informazione in mano agli altri, permettendo a questi di occupare tutti i posti di responsabilità sportiva e mediatica? Dove eravate quando ci chiedevate di non sventolare i bandieroni perché impedivano la visuale? Dove eravate quando portavano l’abbonamento in curva a 600 euro? A difendere questa dirigenza boriosa e faccendiera, infatuati dai nove scudetti consecutivi come se quell’impresa li mettesse al riparo da ogni critica”