Doping, Boranga: “Nel calcio ho visto prendere di tutto”

Continua a raccogliere opinioni il dibattito riguardo l’utilizzo di sostanze pericolose nel mondo dello sport. Questa volta è il turno dell’ex portiere della Fiorentina, oggi specialista in cardiologia, medicina dello sport e medicina interna

Le morti ravvicinate che hanno travolto il mondo del calcio nell’ultimo periodo hanno fatto crescere l’allarme, riportando in auge una questione che più volte nel corso della storia è tornata a riproporsi con cadenza regolare. La domanda che si stanno ponendo tanti addetti ai lavori ed ex giocatori, infatti, è se alla base di certi decessi possano esserci delle problematiche relative alla precedente assunzione di farmaci o sostanze dopanti nel corso della carriera agonistica. Negli ultimi giorni ne hanno parlato ex campioni come Marco Tardelli, Dino Baggio, Massimo Brambati, Florin Raducioiu, così come il presidente della Lazio Claudio Lotito.

Berlanga
La testimonianza di Berlanga sul doping (Ansa) – Notizie.com

Adesso, a questo elenco, si è aggiunto anche Lamberto Boranga, ex portiere e soprattutto specialista in cardiologia, in medicina dello sport e in medicina interna. Per questa sua doppia veste la testimonianza ha ancora più valore rispetto a quella di altri: “Ai nostri tempiha raccontato in una lunga intervista concessa a open.onlinesi prendevano in continuazione pasticchine e pasticcone. Era normale che il medico le prescrivesse: molte aumentavano la concentrazione durante la partita, la voglia di giocare, la spinta per correre. Tutto questo a un portiere come me specialmente faceva benissimo. Ma non sto parlando ancora di anabolizzanti, era il periodo poco prima“.

Le sostanze assunte

Poi Boranga ha spiegato ancora di più nel dettaglio quali fossero le sostanze che assumeva: “Il Micoren era tra i più usati. Si tratta di un analettico respiratorio, in grado appunto di aumentare l’atto respiratorio: se normalmente si prendono tre litri d’aria a respiro, con il Micoren si riesce a prenderne un po’ di più, aumentando così la resistenza. Ma il vero problema è quanto si sceglieva di acquisirne: alcuni giocatori prendevano anche 10 pasticche tutte insieme. Sta lì il punto. Se fai una terapia con l’aspirina e ne prendi un grammo, non subisci conseguenze, non avrai emorragie gastriche e cose simili, se ne prendi dieci sarà invece molto probabile. Di Micoren c’erano anche le gocce, se ne mettevano 10 sulla zolletta di zucchero. Il problema anche lì e che molti calciatori ne prendevano oltre 20 e 30. Quando giocavo a Brescia ho visto compagni che ne prendevano una valanga. Un utilizzo smodato che può avere effetti nocivi anche dal punto di vista epatico e del pancreas“.

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In passato i controlli sul doping lasciavano un ampio margine di abuso (Ansa) – Notizie.com

Dopo aver sottolineato l’ignoranza generale dei calciatori al riguardo e il poco controllo da parte di medici e società, l’ex portiere della Fiorentina ha elencato pure gli altri farmaci che venivano assunti con regolarità: “Lo stesso meccanismo riguardava anche la creatina: se è accertato che 3 grammi al giorno migliorano l’attività muscolare, 20 grammi cominciano a fare lo stesso effetto di un anabolizzante. Poi negli anni ’80, più o meno anche negli anni stessi di Vialli, arrivarono i corticosteroidi, molto usati: un gruppo di ormoni steroidei sintetizzati nella corteccia del surrene, diventati doping soltanto tempo dopo. Sono farmaci che attivano anche la parte del fegato e del pancreas. Il cortisone è un antinfiammatorio potente, che si somministra in maniera intra- articolare senza grossi effetti nocivi. Ma se si somministra intra-muscolo, come spesso succedeva, entra in circolo in maniera molto più pervasiva. Senza dimenticare il problema delle quantità“.

Il rischio di eccedere

Boranga passa poi a parlare di esperienza personale: “Il Micoren è stato dato anche a me, c’erano poi soluzioni di cortisone e aspirina in vena che ti rimettevano al mondo, e poi usavo prendere anche una pasticchina di una sostanza simile all’anfetamina chimica. La base chimica credo fosse pemolina. La prendevo perché dovevo stare concentrato. Quando l’hanno considerata doping ho smesso di prenderla”.

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Oggi i controlli anti-doping sono molto accurati (Ansa) – Notizie.com

Infine ha raccontato un episodio in cui probabilmente pure lui ha esagerato con il dosaggio: “Con la pemolina sì, ricordo che dovevo dare un esame in università, nel periodo in cui giocavo ancora. Mi serviva molta concentrazione. Quella volta mi sono bombardato nella maniera più sbagliata. Dopo poco ho percepito una tachicardia molto forte, ricordo di aver raggiunto la stanza di mio fratello medico a carponi. Ma il mio è stato un errore del tutto sporadico. Se fatto in modo costante certamente i danni rischiano di essere altri. L’abuso di sostanze è nocivo e chi l’ha fatto non può escludere conseguenze. Anche se mi permetta di ricordare che molti dei calciatori che smettono di giocare terminano anche di condurre una vita sana in fatto di alimentazione, allenamento e riposo. Fumo, cibo cattivo e vita sregolata non possono essere elementi da trascurare quando parliamo soprattutto di tumori“.

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