L’ex calciatore bianconero, diventato agente sportivo, ha parlato in esclusiva a Notizie.com: “Non mi sembra corretto togliere i punti a Serie A in corso, sarebbe più giusto farlo per il campionato successivo”.
Juventus penalizzata, solo e soltanto lei. “Perché? Le plusvalenze si fanno almeno in due…”: il commento di Massimo Briaschi, pochi giorni dopo la sentenza della Corte Federale d’Appello, è lo stesso di quasi tutti i tifosi bianconeri. L’ex calciatore juventino (dal 1984 al 1987), diventato procuratore sportivo, ha parlato in esclusiva a Notizie.com sul caso che ha coinvolto il club di Torino.
Sig. Briaschi, che idea si è fatto?
“Non conosco a fondo questa storia, se riguarda quello che è uscito sui giornali allora la prima cosa che mi viene in mente è una: le plusvalenza si fanno in due. Almeno in due, a volte anche in tre. Quindi lascia un po’ interdetti il fatto che sia stata punita soltanto la Juve. Poi, se ci sono stati altri comportamenti strani o vietati non lo so…”.
Questa è la domanda che tormenta i tifosi della Juventus.
“Mi viene difficile pensare che la Juve sia l’unico problema per quanto riguarda le plusvalenze. Vediamo adesso la squadra come riuscirà a reagire in campo”.
Cosa si aspetta in campo dalla squadra di Allegri?
“La Juventus sono 100 anni che vince, è nella sua mentalità. Se a Torino arrivi secondo, vuol dire che hai perso. Poi servono i giocatori e non gli infortuni. Sta giocando da tempo senza Vlahovic e Pogba, due top sulla carta. Se togliamo due del loro calibro alle altre big dove sarebbero in questo momento? Spero che torni indietro qualche punto, la sanzione è veramente pesante”.
Giusto dare una penalizzazione a campionato in corso?
“Parlo in generale, per me sarebbe più corretto darla eventualmente per il campionato dopo. È già successo a tante squadre di partire una stagione con -3, -5 o anche di più. Mi sembra più logico, se c’è una sanzione la si mette per la Serie A successiva”.
Da procuratore sportivo, c’è un modo per dare un valore “oggettivo” a un calciatore ed evitare nuovi casi simili?
“Il modo va studiato e poi applicato. Ma oggi, anche se si compra una casa, il valore lo dà il proprietario. Poi può essere veritiero o meno. Chiedo: se la regolamentazione non c’è, chi è che deve darla?”.
Quale potrebbe essere la formula intelligente?
“Non lo so, è complicatissimo. Il valore si dà a seconda dei campionati che un calciatore fa, spesso è successivo a quello che riesce a combinare. Giochi bene e vali 10, giochi male e vali 2. Ma come studi i limiti? Possono essere spropositati in alto per alcuni e in basso per alti. Come si calcolano? Non è semplice. Adesso la valutazione dei giocatori è autonoma e appartiene alle società stesse”.