Il docente che si rifiutò di fare lezione ai ragazzi in gonna: “Punito dall’istituto con la riduzione delle ore di insegnamento”
Non bastavano le virostar a candidarsi con la sinistra. Ci mancavano anche i presidi. Tutto normale, visto l’andazzo nelle scuole. Facciamo un passo indietro. Martino Mora è il professore del liceo Piero Bottoni di Milano che il 25 novembre 2021 si rifiutò di far lezione ai maschi in gonna. Quel giorno si celebrava la giornata della violenza contro le donne, e in quell’occasione i ragazzi – in questo caso inteso come maschi – in preda ai deliri progressisti e addomesticati al politicamente corretto, si presentarono in classe «travestiti» con la minigonna. Qualcuno, addirittura, vittima dell’ideologia fluido-arcobaleno, si presentò con tanto di tutù e vestito a fiori. Il professore Mora a quella vista si rifiutò di far lezione e invitò i ragazzi ad andare dalla preside. La preside assecondò i fanciulli, disse loro di tornare in aula, Mora si oppose e da lì partì il circo mediatico. Per giorni televisioni e giornali si occuparono del caso, dipingendo il professore come omofobo, razzista e quant’altro. Inoltre, visto il rifiuto del docente a far lezione ai ragazzi con la sottana, venne messo sotto accusa anche perché avrebbe negato loro il diritto allo studio. Per tutta la durata dell’anno gli alunni della classe quinta, dove lui insegnava, si rifiutarono di assistere alle sue lezioni, noncuranti del fatto che avrebbero avuto la maturità. E arriviamo a settembre 2022. Inizio del nuovo anno scolastico.
«Ho chiesto il perché di questo inaccettabile demansionamento ancora a settembre», rammenta, «la preside mi aveva detto di mandare i miei interrogativi via mail e che nel giro di 60 giorni, come previsto, che sono già una enormità di tempo, mi avrebbe risposto. Poi ho mandato altri due solleciti, i 60 giorni sono passati da un pezzo ma ancora devo avere le risposte». Qui c’è da sottolineare una coincidenza. La preside, Giovanna Mezzatesta, già candidata alle comunali della città di Milano con Sinistra per Sala, ora si candida alle regionali della Lombardia (previste per il 12 e il 13 febbraio). E indovinate con chi? Ma con Sinistra italiana e con i Verdi. E non poteva essere altrimenti. La preside, insomma, è in lista per sostenere il candidato presidente Pierfrancesco Majorino.
Il professor Mora si ritrova ad avere cinque ore di lezione anziché 18, come tutti gli altri professori che insegnano le sue stesse materie, ossia storia e filosofia. Come mai, non è dato saperlo. «La dirigente a inizio anno mi ha tolto ore di lezione», spiega Mora alla Verità, «le due classi che avevo l’anno scorso non le ho più, giusto perché si deve garantire la continuità didattica. E questa è solo una ritorsione nei miei confronti. Tutti i professori di storia e filosofia hanno 17, 18 ore di lezione. Io ne ho cinque». Il docente denuncia di come sarebbe stato «relegato» a fare le ore di alternativa alla materia di religione – per chi non la frequentasse – o le supplenze. «Faccio cinque ore di lezione», argomenta, «le altre mi sono state tolte e sono state compensate da sette ore di alternativa alla religione, per un totale di 12. Più sei ore di disponibilità alle supplenze». Il professore dice di aver più volte chiesto spiegazioni, ma le motivazioni non sono mai arrivate.
«Il sindacato mi ha detto che i presidi decidono tutto», ci spiega, «e che hanno un grande potere. E quello che è imbarazzante è che da settembre le cose vanno avanti come se nulla fosse successo. Quest’anno tra l’altro i ragazzi non si sono riproposti in gonna e immagino perché la preside avesse paura di altra risonanza mediatica. L’anno scorso la buffonata c’è stata perché lei aveva detto sì». Il professore alla Verità denuncia questa dottrina che sta mettendo le radici e prosperando nelle scuole. «C’è questa ideologia di genere», prosegue, «che vuole superare l’identità sessuale e portare verso il fluido le distinzioni sessuali definite del maschio e della femmina.