Si conclude un’operazione durata quasi cinque mesi, che ha portato all’arresto di 4 persone e al decreto di perquisizione di altre 7, ritenute contigue agli indagati. Le accuse nei loro confronti sono di furti nelle abitazioni, ricettazioni e falsificazione di targhe
Dopo cinque mesi di indagini, l’operazione “Centauro” ha portato finalmente i suoi frutti. Con un blitz messo a segno all’alba, infatti, i Carabinieri del Comando Provinciale di Cuneo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ed agli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Asti su richiesta della locale Procura della Repubblica. Un intervento, perfezionato nelle Province di Cuneo e Torino, nei confronti di “4 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo di furti in abitazione, ricettazioni e falsificazione di targhe“. Oltre a loro, inoltre, è stata data esecuzione a un decreto di perquisizione, disposto nei confronti di 7 persone, ritenute contigue agli indagati.
Un grande risultato, insomma, per il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Cuneo, coordinato dal sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Gabriele Fiz, che da agosto 2022 aveva avviato questa indagine. Adesso sono arrivati gli esiti che hanno permesso di comprovare l’operatività di un gruppo di ladri, con base tra Carmagnola e Villafranca Piemonte e attivo (con almeno 26 furti) nelle province di Cuneo e Torino. Da quanto raccolo dalle forze dell’ordine, la banda era in grado di operare in una molteplicità di luoghi, dimostrando una non comune padronanza del territorio: “I colpi sono sicuramente più numerosi, le indagini, coordinate dalla Procura di Asti, sono ancora in corso. È stato necessario intervenire tempestivamente per bloccare l’attività criminale della banda. Se non fossimo intervenuti avrebbero continuato. Andavano fermati”, ha spiegato il comandante del Reparto operativo tenente colonnello Angelo Gerardi, nella conferenza stampa indetta al Comando Provinciale CC di Cuneo.
Come agiva la banda
Attraverso le investigazioni è stato possibile anche individuare il modus operandi della banda, che privilegiava la “tecnica del falso operatore di società di utility, accedendo così all’interno delle abitazioni di ignari anziani, raggirandoli e derubandoli dei risparmi“. Una volta arrivati alla porta – è stato spiegato questa mattina – indossando un falso cartellino di identificazione, “riferivano che erano in corso la riparazione delle linee elettriche e che, per via di particolari operazioni da eseguire all’interno dell’abitazione, sarebbe stato più sicuro raccogliere il denaro e i beni preziosi all’interno di una borsa per non danneggiarli: quindi, approfittando del primo momento di distrazione delle vittime, si impossessavano del bottino scappando rapidamente a bordo di scooter“.
In altri casi invece, più semplicemente si introducevano (previa effrazione) nelle case lasciate incustodite dai proprietari, appropriandosi di contanti, gioielli, apparecchiature elettroniche e altro: una volta assicurati dell’assenza di persone all’interno, “riuscivano ad accedere forzando molto rapidamente le porte di ingresso o, più frequentemente, una delle finestre e facevano razzia di ciò che trovavano, trattenendosi all’interno solo pochi minuti“.
I ruoli degli indagati
Oltre ad aver delineato le strategie utilizzate per perpetrare i furti, gli elementi di prova raccolti dai Carabinieri hanno evidenziato l’esistenza di un gruppo ben strutturato, che vedeva al vertice Daniel D.C., Gabriele B. e Massimo Z., cioè 3 dei quattro arrestati nel blitz di questa mattina che ha visto coinvolti ben 80 membri del Comando Provinciale di Cuneo. L’altro è Gilberto A., accusato di aver acquistato da loro parte della refurtiva proveniente dall’attività illecita: quest’ultimo e Massimo Z. sono stati accompagnati agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni, mentre gli altri due sono stati reclusi presso la Casa Circondariale di Asti.
Le indagini sono ancora in corso, con l’obiettivo di ottenere ulteriori elementi. Di certo il risultato è stato fino a questo momento eccellente e dà una parziale risposta alla crescente preoccupazione della popolazione locale, ed alla correlativa richiesta di incremento della sicurezza, per dei fenomeni, quello dei furti in abitazione e delle truffe in danno di anziani, che non conosce crisi e che rappresenta una piaga sociale che attanaglia il territorio: “Da parte dell’Arma – ha spiegato il colonnello comandante provinciale Giuseppe Carubia – c’è molta attenzione al fenomeno delle truffe agli anziani. Agiamo sia in modo preventivo, incontrando gli anziani e facendo decine e decine di incontri su tutto il territorio, sia in modo repressivo, come in questo caso. Sono reati odiosi perché fanno leva sulla fragilità e sulla solitudine. Stiamo mettendo in campo ulteriori iniziative e campagne finalizzate proprio a sensibilizzare gli anziani sui comportamenti da adottare. Il più importante è uno solo: se a casa si presenta qualcuno di non atteso, sul quale si nutre anche un sospetto minimo, si deve chiamare il 112. Noi ci siamo”.