E’ il nuovo sistema di ricezione vocale della Microsoft identico a Siri che sta mettendo in grande crisi Google e compagni
Funziona come Siri e risponde a qualsiasi domanda. Si chiama ChatGpt e sta facendo tremare quel colosso di Google (che ora ha richiamato in servizio i fondatori, Larry Page e Sergey Brin, per contrastarlo) e pure, più banalmente, il corpo insegnanti globale. C’è chi la usa per farsi la tesi di laurea, scrive Libero, chi per compilare in pochi istanti compiti noiosissimi che richiederebbero un pomeriggio alla scrivania.
Ma c’è anche chi la utilizza per scrivere un messaggio senza strafalcioni alla fidanzata o per essere rassicurato sulle proprie condizioni di salute. ChatGpt è un prodotto di Microsoft, che ieri ha annunciato che investirà altri dieci miliardi di dollari in questa nuova impresa. Non è un motore di ricerca, non trova siti o notizie. È intelligenza artificiale pura, il premio alla nostra progressiva decrescita cerebrale. Quindi, il successo è garantito. Se ti ci imbatti, scopri che non tutte le risposte sono esatte. Non tutte sono condivisibili.
Secondo le prime prove sembra funzionare davvero bene, non sbaglia un colpo ed è preciso, anche fin troppo. Ma fino a un certo punto. Poi però il signor “bot” e l’intelligenza artificiale per antonomasia casca sul governo italiano. Domanda: «Per l’Italia è meglio Giorgia Meloni o Mario Draghi?». Risposta: «Meloni e Draghi sono entrambi leader di partiti politici italiani attuali, ma rappresentano posizioni politiche molto diverse. Meloni è leader di Fratelli d’Italia, un partito di destra conservatore e sovranista, mentre Draghi è attualmente presidente del Consiglio dei ministri italiano, e rappresenta una posizione politica centrale».
Si sbaglia. Glielo faccio notare: «È Giorgia Meloni l’attuale presidente del Consiglio, non Draghi». Il “bot” è gentile e si dispiace: «Mi scuso, mi sono sbagliato nella mia risposta precedente. Meloni è attualmente leader del partito Fratelli d’Italia e non è la presidente del Consiglio. Draghi è attualmente il presidente del Consiglio». Non insisto. Sarà pure intelligente, ma anche un po’ ottuso, sottolinea Libero.
Gli è stato chiesto se Dante fosse di destra o sinistra, ma non si è sbilanciato
Passo oltre. E gli rivolgo l’unico quesito che tutti si pongono in questi giorni: «Ma Dante è di destra odi sinistra?». Lui mi ricorda che «Dante è stato un poeta e scrittore del Medioevo», e quindi non può essere associato «a una particolare posizione politica moderna come “destra” o “sinistra”», le quali sono «categorie politiche moderne» che «non esistevano al tempo in cui Dante visse». Stupida io che gliel’ho chiesto. E così non si sbilancia nemmeno alle domande se il populismo sia un male – «è una corrente politica che si caratterizza per la sua opposizione alle élite e al potere stabilito, e per la sua enfasi sulla rappresentanza degli interessi e dei valori della gente comune (…), ha effetti contrastanti sull’umanità, dipende dalla forma che assume e dal contesto in cui si applica» – e se l’immigrazione sia un problema.
«È un argomento complesso», «alcune persone sostengono che l’immigrazione può avere effetti positivi, come l’apporto di nuove culture, competenze e lavoratori» e «può anche contribuire alla crescita economica». Altre sostengono che «può creare problemi, come la pressione sul welfare e l’aumento della disoccupazione, tensioni sociali e culturali. (…)». Ma aggiunge che chi emigra «spesso lo fa per motivi di sopravvivenza e miglioramento delle proprie condizioni di vita, e non dovrebbero essere stigmatizzate come un problema», bisogna «rispettare i diritti umani». Quindi è meglio la sinistra della destra, se ne deduce. Ma il “bot” non prende posizione.