Il giornalista David Parenzo in esclusiva a ‘Notizie.com’: “Io so molto bene cosa è successo il 27 gennaio 1945. E’ arrivato il momento che il Paese prenda coscienza di quanto avvenuto. Discriminazioni? Le leggi in Italia le abbiamo, devono solamente essere applicate nel modo corretto”.
Sono passati poco più di 17 anni da quando l’Onu stabilì il 27 gennaio 1945, data della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, come Giornata della Memoria. E in questo 78esimo anniversario la nostra redazione ha contattato il giornalista David Parenzo.
“Io so molto bene cosa è successo quel 27 gennaio e in tutto quel periodo – ha detto ai nostri microfoni Parenzo – ho avuto una nonna che è stata nel campo di concentramento e un nonno costretto a lasciare il lavoro e fuggire in Svizzera e solamente in questo modo si è salvato. In Italia c’è una presa di coscienza molto diffusa, ma secondo me, e lo dico ebreo, è arrivato il momento prenda coscienza di cosa sia realmente successo il 27 gennaio“.
“Deve essere una responsabilità delle istituzioni e dei cittadini italiani ricordare perché stiamo parlando una vicenda che fa parte della storia del nostro Paese – ha aggiunto il giornalista – è davvero assurdo continuare a chiedere a noi ebrei cosa pensiamo della Giornata della Memoria. Noi abbiamo chiaro cosa è accaduto in quei giorni e per questo devono essere le nuove generazioni, i cittadini italiani e anche lo Stato a prendersi sulle spalle la responsabilità di portare avanti il ricordo di quel 27 gennaio 1945“.
Parenzo: “Discriminazioni? Una legge c’è, ma viene applicata molto poco”
Sono passati diversi anni ormai da quel 27 gennaio 1945, ma le discriminazioni in Italia e nel resto del mondo continuano ad essere quasi all’ordine del giorno. “Sicuramente per porre fine a tutti questi episodi bisognerebbe applicare delle leggi che in Italia già abbiamo – ha detto Parenzo ai nostri microfoni – per esempio nel nostro Paese esiste una legge Mancino, fatta dal ministro dell’Interno dei tempi, che purtroppo la usiamo molto poco. Quindi non c’è bisogno di nuove misure, ma è importante utilizzare gli strumenti che abbiamo già a disposizione. Inoltre, un ruolo importante lo ha anche l’opinione pubblica. I media italiani devono continuare a mettere in evidenza tutti questi episodi“.