La paradossale vicenda degli uomini della Polizia di Roma Capitale che non riescono a garantire la piena operatività al Comune a causa di strambe patologie
Prima di tutto si occupano di sicurezza urbana. Sono gli agenti di Polizia che vigilano sulla città per garantire la sicurezza urbana e la civile convivenza tra i cittadini, prevenendo e reprimendo situazioni e comportamenti che violano leggi e regolamenti.
Un articolo, apparso sul quotidiano La Repubblica, ha fatto molto discutere in città e non solo, per via delle tante e soprattutto in molti casi incredibili e paradossali motivazioni scritte su vari certificati medici che hanno esentato un vigile urbani su sei dallo svolgere il lavoro su strada per pattugliare il traffico, sempre molto caotico della capitale d’Italia. Chiedendo esenzioni temporanee o permanenti per malattia.
C’era una volta il “pizzardone”, come venivano chiamati un tempo a Roma i vigili urbani sempre pronti a dare una mano nello sciogliere ingorghi giganteschi del traffico cittadino, rapidi nel dare l’indicazione giusta al forestiero che, prima dell’avvento di Google Maps, non sapeva come raggiungere Fontana di Trevi o il Colosseo. Figure storiche, che non faticavamo a riconoscere con il loro tipico copricapo bianco, rese famose in molti film e interpretati dagli attori più amati del nostro tempo. Oggi è tutto completamente cambiato e la figura familiare del vigile al centro della piazza è stato sostituito da una Polizia di città, sempre pronta a dirigere il traffico, ma anche impegnata in molti altri ruoli che per questo viene vista con molta più diffidenza dagli stessi cittadini. La carenza di personale, soprattutto da “mettere in strada” e da far lavorare all’aperto, ha reso sempre più complicato, per i vertici della Polizia di Roma Capitale, ottimizzare il lavoro per la città e una recente inchiesta del quotidiano La Repubblica ha fatto venire fuori una realtà che va molto al di là dell’immaginazione.
Su circa 6mila vigili operativi a di Roma, ben 945 hanno chiesto esenzioni temporanee o permanenti per malattia. Quindi uno su sei non riesce a garantire la piena operatività del servizio al Comune e i certificati medici presentati fino a questo momento sono in totale 1.023, una condizione che, ovviamente, si traduce anche in un peggioramento delle condizioni di controllo per le vie di Roma. Per chiarire, sono state presentate centinaia di richieste per non lavorare in esterna evitando, quindi, tutte quelle situazioni che impongono lo stare in piedi nel traffico o mettersi alla guida di un’auto o una bicicletta per pattugliare le strade della Capitale. Dei 945 vigili che hanno chiesto di essere esentati, 331 sono quelli che non possono lavorare all’esterno, 193 non possono dirigere la viabilità, di cui 166 non possono lavorare in “posizione eretta”, e 214 non possono lavorare di notte. Le motivazioni addotte sono tra le più disparate e curiose, come nel caso del vigile affetto da una “insufficienza polmonare” così grave da non poter soffiare nel fischietto e, quindi, costretto a rimanere in ufficio, oppure quella di un altro agente che a causa di una psoriasi acuta alle mani non sarebbe in grado di scrivere e di indossare i guanti bianchi, fino ad arrivare a quel vigile che, colpito da alopecia acuta, non può assolutamente indossare il casco bianco per non rischiare di peggiorare la sua malattia.