Il tecnico non aveva mai centrato tre vittorie di fila sulla panchina biancoceleste. Ko Sassuolo, Bologna (Coppa Italia) e Milan, domenica all’Olimpico arrivano i viola in piena crisi.
Un tris in mano, adesso cerca il poker senza nessun’intenzione di cambiare le carte in tavola. Nessuna intenzione di accontentarsi: all-in coraggioso, puntando tutto sul gioco, frutto del lavoro quotidiano a Formello. Il Sarri-ball è diventato Sarri-boom contro il Milan. Il posticipo di martedì sera ha segnato la guarigione della Lazio, sempre più a immagine e somiglianza del suo allenatore, e la crisi accentuata dei rossoneri, tritati allo Stadio Olimpico con ancora aperte le ferite causate dall’Inter nella sfida di Supercoppa Italiana.
Un 4-0 senza storia firmato dai quattro giocatori di maggiore qualità (a cui andrebbe aggiunto Pedro) in assenza dell’infortunato Immobile: Milinkovic, Zaccagni, Luis Alberto e Felipe Anderson. Una prestazione straordinaria, quella dei biancocelesti. Di certo la migliore da quando Sarri ha raccolto l’eredità di Inzaghi per l’inizio di un nuovo ciclo. Una rivoluzione tattica che ha avuto bisogno dei suoi tempi per cominciare a esprimersi su certi livelli. Ma la bellezza è vana senza la continuità.
Eccolo, il piccolo traguardo tagliato contro il Milan nell’ultima giornata di campionato: mai la Lazio aveva centrato tre vittorie di fila dall’arrivo di Sarri. Al massimo erano state due, poi stop. Il tecnico ci è riuscito dopo la doppia delusione di inizio 2023, il ko subìto in rimonta a Lecce e il pareggio amaro in casa con l’Empoli (da 2-0 a 2-2 nell’ultimo quarto d’ora di gara). Il Sassuolo in trasferta, la gara di Coppa Italia con il Bologna (ottavi di finale) e la batosta rifilata al Milan. Ora davanti c’è la Fiorentina e l’occasione di rinnovare le ambizioni. Il quarto successo consecutivo porterebbe Sarri a mantenere almeno il terzo posto in classifica, aspettando i risultati di Milan (ancora secondo a +1), Roma e Inter (stessi punti per entrambe). Il Sarrismo sta prendendo piede, la Lazio sogna a occhi aperti gustandosi il gioco del suo allenatore.