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Covid, tre anni fa iniziava l’incubo: 1095 giorni dopo l’Italia guarda oltre

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Paolo Colantoni

Il 29 gennaio del 2020 i due pazienti cinesi venivano ricoverati allo Spallanzani: era l’inizio dell’incubo. Oggi gli stessi medici iniziano a guardare oltre

Tre anni fa iniziava l’incubo Covid. Con il ricovero all’ospedale Spallanzani di Roma della coppia di turisti cinesi, risultati poi positivi all’infezione, partì un lungo processo, fatto di ansia, morti, battaglie politiche scelte discutibili e tensioni. Era il 29 gennaio del 2020. Oggi, a distanza di tre anni, il professor Francesco Vaia, direttore generale dell’Inmi Spallanzani di Roma, ricorda l’inizio della pandemia in Italia, ma guarda avanti.

Il professor Vaia dello Spallanzani (ANSA) – Notizie.com –

“Era il 29 gennaio 2020, iniziava l’incubo Covid con i due turisti cinesi. Il primo ricordo è di fronte allo sgomento del Paese che improvvisamente scopriva di avere il virus in casa. La mia prima preoccupazione, invece, è stata: “Cosa diciamo ai cittadini?”. E la risposta fu: “Non abbiate paura”. La comunicazione dello Spallanzani ha sempre usato un ottimismo razionale”. Oggi per Vaia la situazione è completamente diversa: “Parliamo di un’altra Era, sarebbe più corretto chiamarlo Covid-23. E si manifesta prevalentemente nelle vie aeree superiori come un’influenza. Non più con la polmonite, salvo in persone anziane, con patologie cronico-degenerative o oncologiche, pazienti immuno-deficitari o non vaccinati”.

Oggi parliamo di Covid-23

Un concetto ribadito con forza anche in recenti interviste: “L’infezione da Sars-CoV-2 è diventata, nella maggioranza dei casi, asintomatica o accompagnata da sintomi lievi, che interessano prevalentemente le prime vie aeree – spiega Vaia – La malattia raramente evolve verso la polmonite grave e sempre di più sta diventando, nelle forme complicate, una malattia delle persone immunodepresse o con altre gravi malattie croniche”. 1095 giorni dopo, l’Italia prova a guardare avanti. A dimenticare il virus, la pandemia, i loockdown, le chiusure dei negozi, le politiche che hanno portato al tentativo di difendersi dal virus, ma a colpire in modo netto l’economia.

I tamponi all’aeroporto per chi proviene dalla Cina (ANSA) – Notizie.com –

L’Italia guarda avanti…finalmente

La pandemia ha portato morti, infezioni, ma anche perdite del lavoro, crisi, fallimenti. Oggi c’è la voglia di guardare oltre: di tornare alla normalità. Abbandonando le restrizioni più forti e immaginando di fare un salto indietro: a tre anni fa. Anche alla luce dei recenti dati sull’infezione. Tutti gli indicatori dell’epidemia di Covid-19 in Italia “sono in chiaro e continuo decremento”, dichiara Cesare Cislaghi, past president dell’Associazione italiana di epidemiologia, sulla base degli ultimi dati sull’andamento pandemico. Nonostante la voglia di mantenere sempre alta l’attenzione (“non è ancora così certo che si stia andando finalmente verso la chiusura dell’epidemia o del confinamento della stessa a pochi e limitati contagi”), i recenti numeri lasciano ben sperare. L’Italia ha voglia di guardare oltre alla pandemia e alle limitazioni.

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Paolo Colantoni