Il futuro è sempre incerto, ma tecnologia a parte, forse è arrivato il momento di recuperare alcuni mestieri che continuano a essere essenziali nella gestione delle nostre vite, della nostra quotidianità
Ogni anno nascono professioni nuove, mai immaginate, e gli analisti fanno a gara per stabilire quale sarà la più ricercata o la più pagata. Lavori come lo sviluppatore di app o l’insegnante di pilates cento anni fa non esistevano ed erano ben lontani dall’essere previsti.
Oggi, in piena crisi economica, sembra che la tendenza a riscoprire mestieri antichi e dimenticati, imparare a non gettare niente, e cercare di riparare invece che gettare e ricomprare, stia recuperando lo spazio perduto. E’ anche un modo per ricordarci chi siamo attraverso le arti e tradizioni popolari, per difendere la nostra cultura e non perderci nel mare magnum del consumismo usa e getta.
La realtà degli antichi mestieri è stata di gran lunga sorpassata dalla veloce trasformazione sociale e soprattutto tecnologica. Ben vengano tutte le innovazioni che possono rendere più piacevoli alcuni aspetti della nostra vita. L’importante è non dimenticare la nostra storia: l’esperienza di coloro che hanno vissuto in modo diverso.
La scuola in questo dovrebbe rivestire un ruolo importante nel far conoscere ai ragazzi i vecchi mestieri che hanno segnato la vita dell’uomo contribuendo al progresso della storia.
Oggi il lavoro umano è spesso relegato a retroscena del sistema capitalistico, a sua volta incentrato su elementi impersonali e anonimi.
Del resto alcuni mestieri continuano a essere richiesti e a rappresentare una reale necessità sociale. Pertanto è di fondamentale importanza continuare a mantenere in vita attività che ancora oggi potrebbero rivelarsi utili. La parola “mestiere” evoca nelle nostre menti una serie d’immagini che possiamo collegare alla manualità, alle botteghe di un tempo, alla fantasia e alla passione di chi lo esercita. La crisi potrebbe trasformarsi in una buona opportunità per restituire il giusto peso a questi mestieri, che insegnano la fatica, la saggezza, la pazienza e la sapienza di una gestualità che porta sempre alla soddisfazione per il proprio lavoro, per le proprie creazioni, per un sentirsi più in linea con l’essenza stessa dell’essere umani.
Falegnami, sarti, pellettieri, barbieri e tecnici specializzati, idraulici e parrucchieri, in una sola parola artigiani, molti dei quali sembravano figure destinate a sparire ma, forse proprio attraverso la crisi, hanno trovato una nuova via per la rinascita. Ovvero il futuro per tanti giovani alla ricerca della strada giusta per un’occupazione. Quindi i vecchi mestieri tornano alla ribalta, diventano attualissimi e addirittura, ormai sempre più spesso, vengono anche richiesti sul curriculum.
Uno di questi è il barbiere, non che non sia sempre esistito il parrucchiere per uomo, ma qui parliamo del vecchio concetto di “barba e capelli”, di profumo di brillantina, di lozione after shave, ma soprattutto di destrezza nell’uso di lame rasoi e pennello! E il sarto? Ormai parliamo solo di stilisti, ma il vecchio e caro sarto è un lavoro che non potrà mai tramontare, anche se ha sicuramente attraversato un periodo di forte declassamento. L’arte dell’ago e filo è un vero orgoglio nazionale e infatti la sartoria sta riprendendo quota, per piccole o grandi creazioni.
Un altro dei mestieri tornati di gran moda è quello del contadino. Sarà perché vogliamo sapere cosa mangiamo, sarà perché mangiare ciò che siamo stati in grado di produrre da soli è un gran vanto, o perché abbiamo sempre più bisogno del contatto con la natura, ma anche i semplici orti cittadini hanno attirato l’attenzione di un sempre crescente numero di giovani. Inoltre l’ondata del bio ha fatto aprire i battenti a molte aziende ecosostenibili, facendo registrare una crescita strabiliante in questo settore.
Sempre rimanendo nell’ambito “food”, nonostante sia anche l’era del “light, senza zuccheri e low carb”, il lavoro del pasticciere è diventato un mestiere pluridecorato, elegante e alla moda. Ma uno dei mestieri che forse ha avuto il più forte calo d’interesse negli ultimi anni è quello del falegname, ultimamente però è probabilmente quello che sta avendo, e dovrebbe avere, un grande riscontro anche da parte di molti giovani intenzionati ad acquisire una professionalità diversa. Inoltre, addirittura, sono spesso delle grandi aziende a ricercare operai e artigiani specializzati, lamentando grande difficoltà nel trovare questo tipo di professionisti.