L’ex centravanti rossonero sulla crisi del Milan: “Ci sono momenti in cui puoi preparare benissimo ogni gara, ma basta un singolo episodio per rovinare tutto”
Due punti nelle ultime quattro partite in campionato (pareggi contro Roma e Lecce), eliminazione dalla Coppa Italia e nove gol subiti nelle ultime due sfide. Il Milan è in crisi nera. I campioni d’Italia guidati da Stefano Pioli hanno collezionato un’altra figuraccia (dopo il 4-0 subito dalla Lazio), prendendo cinque gol al Meazza dal Sassuolo. Un colpo durissimo, per una squadra in crisi di risultati. E forse d’identita? “Cosa sta succedendo? Difficile dirlo – dichiara in esclusiva a Notizie.com Giuseppe Galderisi, ex centravanti rossonero -. Sicuramente c’è solo una persona che può risolvere la situazione e alla quale aggrapparsi: parliamo di Stefano Pioli”.
Giuseppe Galderisi ha vestito la maglia del Milan a metà degli anni 80, dopo aver vinto lo scudetto con la Juventus e il Verona. Guardando da spettatore i recenti risultati di Giroud e compagni, si dice convinto che sia proprio il tecnico Stefano Pioli, oggi messo in discussione da parte della critica dopo i recenti risultati, ad essere l’uomo giusto per uscire dalla crisi: “In questi momenti di difficoltà quello che conta è Stefano Pioli. L’ho visto prima, durante e dopo la partita e ti dico la verità, mi piace sentirlo più quando le cose vanno male che quando vanno bene. Conosce la squadra, i suoi giocatori e sa perfettamente dove andare a lavorare e le corde giuste da toccare. Sa perfettaente, essendo stato un uomo di calcio, che questi momenti vanno gestiti in un certo modo”.
Quale?
“Lavorando ancora di più, tirando fuori qualcosa in più sotto l’aspetto umano. Il Milan non sta passando un periodo felice, ma sono sicuro che questo sarà un passaggio fondamentale, per rinforzarsi e ritornare a fare quello che il Milan sa fare benissimo”.
Come è possibile che il Milan sia cambiato così rispetto allo scorso anno? Eppure, al netto degli infortuni, è praticamente la stessa squadra?
“Partiamo da un presupposto: il Milan sta facendo male da un paio di settimane, non da un paio di mesi. Questo vuol dire che uscirne può essere ancora relativamente semplice. Questi momenti, purtroppo, li hanno tutti. Parlo per esperienza personale: ci sono momenti in cui tutto ti gira male e tutta la convinzione che ci metti nel preparare le partite, improvvisamente viene meno. Così come a volte basta un attimo per risolvere le partite, esistono momenti in cui puoi dare il massimo, preparala benissimo, e poi arriva un errore, un gran gol dell’avversario, un episodio che ti rovina tutto. Io di momenti così ne ho avuti e superati tanti, sia da calciatore che da allenatore”.
Come si superano?
“Con il lavoro, con la compattezza e con la voglia di essere uomini. Uniti. Ho visto le partite e non mi sembra una squadra che remi contro l’allenatore o che non si impegni. Quindi deve solo unirsi ancora di più intorno alle idee dell’allenatore”.
Sta pesando di più l’assenza di Maignan o quella di Ibrahimovic?
“Io sono abituato a ragionare come squadra e lasciando perdere i singoli. Nessun singolo può cambiare la situazione. E’ il gruppo che deve cambiare la situazione. Devono ricompattarsi e reagire. Intorno a Pioli”.