Gli scienziati sostengono che l’evento non è da mettere in relazione al cambiamento climatico
Una cosa che mette un po’ di timore. Un iceberg di 600 miglia quadrate, all’incirca grande quanto l’area di Londra, si è staccato dalla piattaforma di ghiaccio Brunt al largo della costa dell’Antartide, ma gli scienziati sostengono che l’evento non è da mettere in relazione al cambiamento climatico.
Tuttavia, le immagini satellitari hanno immortalato l’immensa frattura, che si è verificata circa 10 anni dopo che il monitoraggio satellitare ha rilevato la crescita di una precedente crepa che però non si era più sviluppata, nota come Chasm-1, e quasi due anni dopo che un iceberg leggermente più piccolo (A74) si era distaccato dalla stessa piattaforma. Secondo Ted Scambos, ricercatore presso l’Università del Colorado a Boulder, si tratta di “un’enorme massa di ghiaccio di circa 500 miliardi di tonnellate” che però non è il più grande iceberg finora conosciuto.
Ad ogni modo, “la nuova crepa si trova ora a circa 10 miglia dall’Oceano ma nei prossimi anni potrebbero verificarsi nuove altre crepe, costringendo un altro costoso spostamento della stazione” di ricerca Halley del Bas, che nel frattempo già dal 2016 è stata trasferita nell’entroterra per precauzione dopo che Chasm-1 ha iniziato a svilupparsi, ha resocontato Scambos in una email.
Il nuovo iceberg dovrebbe ora seguire un percorso simile a quello della A74 nel Mare di Weddell e sarà monitorato dal National Ice Center degli Stati Uniti. Ma la frattura, secondo i ricercatori, andrebbe attribuita più che al riscaldamento della Terra agli “stress accumulati” a causa della crescita naturale della piattaforma di ghiaccio. Insomma, il ghiaccio sarebbe stato “spinto contro la montagna sottomarina rocciosa dal suo flusso, costringendola a spaccarsi e infine a staccarsi dalla piattaforma di ghiaccio galleggiante”.