Il procuratore ha parlato in esclusiva a Notizie.com. Il suo commento sul mercato invernale chiuso il 31 gennaio: “Il Napoli ha perfezionato la rosa, ma in Italia il talento viene strozzato”
Il gong senza nemmeno un “boom”. Un altro mercato in sordina, niente a che vedere con quello che succede all’estero, in Inghilterra soprattutto. Milioni di euro spesi dai club di Premier League, milioni di problematiche per le squadre della Serie A. Tra idee dell’ultimo minuto e plusvalenze fittizie, soluzioni d’emergenza e ripieghi aggiunti in extremis. Notizie.com ha parlato in esclusiva con l’agente Fifa Stefano Guercini per commentare la sessione invernale appena conclusa.
Sig. Guercini, che mercato è stato quello di gennaio?
“Il gap tra l’Italia e le altre nazioni è sempre più evidente. In Inghilterra c’è stata una mole di movimenti di circa 900 milioni, qui forse arriviamo a 30. E spesso si vedono plusvalenze buone solo per aggiustare qualche conto. Non ci sono squadre uscite rafforzate da questa sessione”.
Nell’immobilismo generale quale squadra si è mossa meglio?
“Direi il Napoli, aveva una pecca nella rosa e l’ha sistemata prendendo Bereszyński dalla Sampdoria. Una mossa mirata per gettare ancora di più le basi per le prossime stagioni. Anche la vittoria con la Roma ha dimostrato quanto la rosa sia larga e ben allestita. Sono arrivati i 3 punti nonostante la stanchezza dimostrata nei 90 minuti. L’ennesima dimostrazione di un grande organico”.
La Lazio ha riportato in Italia Luca Pellegrini, che operazione è?
“Un buon innesto per integrare il gruppo di Sarri. Torna dalla Germania con tanta voglia. Ma penso che la Lazio, oltre al terzino, dovesse prendere un vice Immobile. Se ha problemi lui, l’attacco va in sofferenza. Non possono girare sempre tutti al massimo”.
Come si recupera il gap con i club stranieri?
“Va portato avanti un sistema meritocratico. Serve una riforma precisa, vanno studiate iniziative per rilanciare e dare respiro ai settori giovanili. Ci sono ragazzi che hanno potenziale, ma non hanno l’occasione di esprimerlo. I giovani italiani forti ci sono, con un sistema giusto in 5-10 anni può esserci un rinascimento calcistico. Altrimenti si pescherà sempre di più all’estero. E gli italiani, di conseguenza, avranno sempre meno possibilità di emergere”.
“Ci vogliono dei parametri per dare un valore più o meno oggettivo”
Delle idee per rilanciare il calcio italiano?
“Servono allenatori che siano insegnanti e anche maestri di vita. Nei giovani vedo poco spirito di sacrificio, poca passione. Va stimolato l’intero tessuto sociale. Spazio ai nostri giovani di talento. Guardiamo il Barcellona, non è quello di una volta eppure sta comandando la Liga. Schiera giocatori del 2004 e del 2005. È vero, la Spagna è stata eliminata ai gironi nel Mondiale, però si è garantita il futuro per i prossimi 15-20 anni. L’Italia deve darsi una svegliata”.
Tema plusvalenze: c’è un modo “oggettivo” per dare un valore a un cartellino?
“Complicato rispondere. Si possono stabilire dei segnali per dare una valutazione più o meno oggettiva. C’è Transfermarkt che può dare una mano, la crescita si può valutare di stagione in stagione osservando il rendimento o altri parametri. Poi devono entrare in gioco pure altri aspetti: se uno viene espulso ogni 3 partite e non segue un codice etico non può avere un valore spropositato. Invece ci sono diversi esempi contrari. Bisogna lavorare sulle ‘voci premiali’ per dare un valore che possa anche oscillare, ma non così tanto. Se si fa una super stagione è giusto che la valutazione aumenti, ma la stessa cosa non può succedere se si fallisce il campionato successivo”.