Vicenda Alfredo Cospito, la premier Giorgia Meloni è intervenuta nella trasmissione ‘Dritto e Rovescio’ dove ha rilasciato alcune importanti dichiarazioni
Anche in questa occasione ci ha tenuto a ribadire il suo pensiero. Altro che passo indietro, magari qualcuno in avanti, ma l’idea non cambia: lo Stato non tratterà mai con la mafia. Questo è quello che ha voluto ribadire direttamente Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio ha rilasciato una intervista ai microfoni di ‘Dritto e Rovescio‘. Trasmissione condotta dal giornalista Paolo Del Debbio in una puntata anomala visto che è stata registrata direttamente a Palazzo Chigi. In merito a questa intervista si è parlato soprattutto della vicenda di Alfredo Cospito. Ovvero l’anarchico condannato all’ergastolo al 41bis. Non solo: ci ha tenuto a precisare che lo Stato non tratterà mai con il terrorismo.
Queste sono state alcune delle sue parole: “Alfredo Cospito nel 1991, già in carcere, decise di fare lo sciopero della fame e venne graziato. Una persone che è uscita per andare a sparare alla gente. Non stiamo parlando di una vittima”. In merito alla decisione sulla revoca del 41bis ha sottolineato che non è un compito che spetta al presidente del Consiglio. In merito al fatto che Cospito abbia deciso di fare lo sciopero della fame (precisamente dall’ultimo giorno di ottobre del 2022) ha dichiarato: “Se stabilissi il principio che chiunque sta al 41 bis fa lo sciopero della fame e io lo tolgo dal 41 bis, noi domani quanti mafiosi avremmo che fanno lo sciopero della fame? E se non tiriamo fuori quei mafiosi che fanno lo sciopero della fame al 41 bis altrimenti ci fanno saltare le macchine, quante macchine salterebbero?“.
Nel corso dell’intervista, la Meloni ha cercato di far capire chi sia Cospito e per quale motivo si trova in carcere con tanto di condanna. “E’ un anarchico condannato per reato di strage. Poi ha sparato alla gambe del dirigente di ‘Ansaldo Nucleare’. Dal carcere trovava il modo di mandare messaggi agli anarchici dicendo loro di continuare la lotta“.
In conclusione ha voluto fare un po’ di chiarezza: “Il 41 bis è un istituto preciso che viene preso in considerazione in base alla gravità del reato. Ed è per questo motivo che è finito al carcere duro. Poi ha cominciato a fare lo sciopero della fame. Non solo perché rifiuta il carcere duro, ma perché rifiuta l’istituzione del carcere”.