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Economia

FeD e Bce verso un aumento dei tassi

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Argia Renda

Sia la FeD che la Bce sono ad un passo verso un nuovo rialzo dei tassi di interesse: un allarme che preoccupa davvero tutti.

E’ una notizia che preoccupa davvero tutti quanti, quella riportata dal Corriere.it e che ha a che fare con la decisione della FeD e della stessa Banca Centrale Europea, entrambe, infatti sono ad un passo dall’aderire all’ennesimo rialzo dei tassi di interesse.

Rialzo tassi di interesse, Notizie.com

Pare infatti che il tutto serva anche per contenere l’inflazione e quindi la velocità con cui i prezzi continuano a crescere anno dopo anno, sempre di più, questo argomento infatti è certamente uno dei più dibattuti dell’ultimo periodo, considerando il fatto che l’inflazione nell’ultimo anno è tornata davvero a picchiare duro in particolare dal dopo Covid in poi.

Entriamo dunque nello specifico e scopriamo da vicino di che cosa stiamo parlando e di come questo nuovo rialzo dei tassi di interesse andrà ad incidere sulla vita degli italiani e non solo: ecco le cifre di cui stiamo parlando.

Rialzo tassi di interesse: ecco e cifre della Bce e della FeD

Sia la Fed, la Banca centrale Usa, che la Bce, la Banca centrale europea, sono ad un passo da questo nuovo rialzo dei tassi di interesse, la Fed lo attuerà dall’1 Febbraio, con un aumento dello 0,25% e la Bce a cominciare dal 2 Febbraio con un aumento dello 0,50%.  Tutto per colpa anche della forte inflazione che è tornata ad aumentare da dopo il Covid e dalla guerra in Ucraina, che ha accelerato il tutto in modo notevole.

Aumento tassi, Notizie.com

Insomma una situazione che davvero tutti speravano di non doversi ritrovare ad affrontare ma che da un certo punto di vista sembra essere l’unico metodo per rallentare l’inflazione stessa, visto che i tassi in aumento frenano i consumi, stando alle parole riportate sempre dal Corriere.it, infatti: “I tassi in crescita frenano i consumi  e frenano gli investimenti delle aziende, quindi questi due fattori riducono la domanda complessiva dei beni. E meno domanda c’è, più i prezzi tendono a scendere. Ma questo significa anche che lo Stato produce meno ricchezza, cioè meno Pil”.

Detto questo, è ovviamente chiaro che chi ha un mutuo a tasso variabile, dovrà pagare di più di rata ogni mese, ma è anche giusto capire che una inflazione troppo altra rischia di ridurre e di molto il valore reale del debito contratto.

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Argia Renda