Il presidente biancoceleste nel corso di un’intervista rilasciata a Radiosei ha replicato al Comune di Roma sulla vicenda legata alla struttura nel centro della Capitale attualmente in disuso e lasciata nel degrado. Il patron elenca le condizioni per poter far tornare a vivere quell’impianto sportivo
Inizialmente sembrava che la Lazio e il Comune di Roma si fossero dati l’inizio di gennaio come deadline per la consegna eventuale di un progetto sullo stadio Flaminio. In realtà, però, sembra che nonostante siano esauriti quei termini, i discorsi non siano affatto chiusi.
Ne ha parlato direttamente il presidente Claudio Lotito, nel corso di una sua intervista a Radiosei, rispondendo indirettamente alle precedenti parole dell’Assessore allo Sport di Roma Capitale Onorato (“Mi sembra che non è arrivato nulla, le chiacchiere stanno a zero. Se la Lazio voleva presentare un progetto avrebbe potuto farlo da tempo“): “Il Flaminio – ha detto il patron biancoceleste – è uno stadio che in base alle norme di sicurezza attuali avrebbe 16mila spettatori. Per noi sarebbe inadeguato, occorre una capienza di almeno 45mila posti, quelli che facciamo ogni partita. La capienza è solo il primo problema, il secondo è la copertura. Non possiamo tornare agli anni Sessanta, quando andavamo allo stadio con l’ombrello. Terzo punto sono i parcheggi e la viabilità, ma potrebbe essere risolvibile, ho studiato tutto“.
Lotito e l’obiettivo Stadio Flaminio
Il presidente della Lazio ha poi continuato il discorso sul Flaminio: “Per fare queste cose, però, ci vogliono autorizzazioni, e lì andiamo a cozzare con posizioni che non sono in linea. Il progetto lo presento solo se so che potrà essere approvato. Piano B? È la realizzazione dello stadio da un’altra parte, ma a quel punto il Comune mi dice di non essere disponibile, perché non vuole occupare altre aree. Siamo prigionieri di una situazione da 19 anni, Veltroni rifiutò dicendomi che volessi fare una speculazione. Tutte le cose che consideravano elementi ostativi, sono poi state risolte. Evidentemente non erano così impossibili“.
Oltre allo Stadio Flaminio, nel corso dell’interista Lotito ha toccato altri temi, tra cui quello della scelta di Maurizio Sarri un anno e mezzo fa: “Dovevamo ripartire con un nuovo ciclo e lo abbiamo fatto. È un maestro di calcio, ho fatto uno sforzo particolare e preso 15 giocatori in un anno solare. Poche squadre hanno avuto la capacità di cambiare tanto. Lo abbiamo fatto volentieri, per mettere a disposizione del mister una rosa di qualità e competitiva“. Un organico che rispetto al passato può contare su sempre più italiani: “Stiamo cercando di allestire una squadra all’insegna del Made in Italy. Rivendichiamo il ruolo dell’Italia a livello internazionale, peccato per il Mondiale saltato. L’organizzazione è fondamentale, anche a livello delle persone, a volte le mele marce alterano gli equilibri, ne basta anche una“.