A partire dal 2023 verranno introdotti nella scuola italiana percorsi destinati all’apprendimento delle soft skills per i nostri studenti
Una maggioranza schiacciante, quella che l’11 gennaio 2022 alla camera con 340 voti favorevoli e soli 5 astenuti approvava il disegno di legge di iniziativa parlamentare per l’introduzione nel nostro sistema scolastico dell’apprendimento delle soft skills. Un’assoluta novità che difficilmente riesce a descriversi attraverso canoniche categorie, ma cosa sono le soft skills e come verranno “insegnate” ai ragazzi?
Intanto ripercorrendo l’iter legislativo il nostro parlamento ha sin da subito fatto fronte comune sull’iniziativa frutto della raccomandazione dell’Unione Europea del 2018 con la quale veniva chiesto agli stati membri di implementare lo sviluppo scolastico degli studenti con strumenti che intervenissero a 360 gradi sulla sua formazione. Il lavoro parlamentare svolgendosi con la collaborazione degli esponenti di tutti i gruppi parlamentari non poteva poi che raggiungere l’esito positivo di poco più di 12 mesi fa. A partire dal 2023 allora le soft skills entreranno ufficialmente nel nostro sistema scolastico.
Per poter definire le soft skills risulta più facile partire dal loro opposto, le hard skills. Le hard skills sono quelle competenze impartite giornalmente nelle nostre scuole e negli istituti professionalizzanti, ossia quelle competenze tecniche oggetto annualmente dei nostri programmi scolastici. Le soft skills sono un qualcosa di interno alla persona, attitudini emotivo/comportamentali che esulano dall’apprendimento fatto di carta e penna e che avvengono per il tramite delle relazioni umane e delle sfide che ogni giorno la vita ci pone davanti. La capacità di risolvere problemi, di gestione dello stress e di relazionarsi con un gruppo di lavoro, gestendolo o sapendone fare parte.
Competenze che si sviluppano dunque per il tramite dell’interazione e del naturale svolgimento della vita, due aspetti fortemente interrotti dal lockdown e dalla didattica a distanza. Ecco perché il nostro parlamento ha deciso di accelerare il lavoro in materia. Agli studenti fino alle scuole secondarie di secondo grado verranno forniti in proporzione ovviamente all’età e al grado scolastico degli strumenti atti a sviluppare le loro capacità attitudinali. Il disegno di legge prevede una sperimentazione del corso di tre anni a partire dal 2023, al termine della quale verranno fissate delle linee guida.
L’obbiettivo è di «introdurre le competenze non cognitive (come amicalità, coscienziosità, stabilità emotiva, apertura mentale) per contrastare in modo efficace la povertà educativa e la dispersione scolastica». Per farlo si provvederà a porre di volta in volta gli studenti in situazioni nuove, diverse e problematiche grazie alle quali svilupperanno tutte le soft skills, anche e soprattutto grazie all’interazione con i compagni e al confronto delle idee in gruppo.