Continua ad essere alta la tensione tra FdI e Pd sul caso Cospito. Le parole di Delmastro hanno provocato la dura reazione dei dem. Letta: “Linciaggio nei nostri confronti”. Il premier Meloni invita tutti ad una responsabilità.
Il caso Cospito infiamma la politica e lo scontro a distanza tra FdI e Pd. Ad aumentare la tensione sono state le parole pronunciare dal sottosegretario della Giustizia Andrea Delmastro. L’esponente di Fratelli d’Italia in una dichiarazione ha duramente attaccato i dem parlando della visita del 12 gennaio nel carcere di Sassari: “I quattro deputati hanno qualcosa da nascondere. Devono spiegare l’inchino ai mafiosi, l’aver accettato di parlare con loro“.
Parole che, come scritto dal Corriere della Sera, hanno portato alla reazione dell’ormai ex segretario Enrico Letta: “E’ in atto un linciaggio da parte dei deputati di Fratelli d’Italia. Le loro calunnie, però, non intaccano la nostra posizione a favore del 41 bis. Intanto il premier Meloni continua a tacere, quindi acconsente?“.
In realtà il premier Meloni è intervenuta su questa vicenda e lo ha fatto a margine del suo viaggio a Berlino per incontrare il cancelliere Scholz. Il presidente del Consiglio durante la conferenza stampa ha ricordato come “lo Stato in questo momento è oggetto di attacchi da parte degli anarchici per rimuovere il carcere duro e quindi richiamo tutti alla responsabilità“.
Sull’alta tensione tra Pd e FdI è intervenuto anche il ministro degli Esteri Tajani senza però sbilanciarsi: “Prima di dare un giudizio attendiamo la decisione del Giurì“.
E presto sul caso Cospito ci potrebbero essere delle importanti novità. Il ministro Nordio, infatti, è atteso il 15 febbraio in Parlamento per una nuova informativa sulla vicenda dell’anarchico. E vedremo se entro quel giorno si sarà pronunciata anche la Corte di Cassazione sulla richiesta da parte del detenuto di essere tolto da regime di carcere duro.
Intanto, come riferito dal Corriere della Sera, il presidente di +Europa Riccardo Magi ha deciso di chiedere all’ufficio del Dap l’accesso alla documentazione sui colloqui inseriti nella nota del ministro Nordio per capire il vero livello di riservatezza.