Come scritto da ‘Libero’, il Pd sembra essere pronto alle querele per il caso Cospito. Ma la Costituzione dice completamente altro. Ecco i dettagli.
La tensione tra Pd e FdI non sembra essere destinata a finire nel giro di poco tempo. I dem, secondo quanto riferito da Libero, non sembrano essere intenzionato facilmente a fare un passo indietro e hanno annunciato la loro intenzione di querelare e chiedere un risarcimento danni a Delmastro e Donzelli per le gravi affermazioni contro i parlamentari democratici.
In realtà si tratta di un tentativo che non andrà a buon fine. Infatti, come scritto dal quotidiano italiano, nell’articolo 68 è precisato che “i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni“. Quindi quello che si dice in Aula resta a Montecitorio o Palazzo Madama e non potrà essere portato in tribunale.
Su Donzelli deciderà il Gran giurì
La scelta finale sulle parole di Donzelli dette in Aula spetterà al Gran giurì. Nonostante dal Nazareno hanno ribadito l’intenzione di querelare il deputato di Fratelli d’Italia, la vicenda non finirà in tribunale perché le parole sono state pronunciare in Parlamento e nell’esercizio delle loro funzioni.
Discorso diverso, invece, per quanto riguarda la commissione d’inchiesta. In questo caso, come previsto dall’articolo 58 della Camera, il Gran Giurì ha il diritto di riferire a Montecitorio se le parole pronunciate dal deputato di FdI sono lesive nei confronti del Pd oppure si tratta di un semplice dibattito parlamentare. L’ipotesi più probabile è la seconda, ma entro il 15 marzo avremo la decisione ufficiale e solo in quel momento capiremo la decisione nei confronti di Donzelli.
Alta tensione tra Pd e FdI
La tensione tra Partito Democratico e Fratelli d’Italia sulla questione Cospito continua ad essere molto alta. Lo scontro a distanza non si è fermato ed ora c’è una doppia attesa: la prima riguarda la decisione della Corte di Cassazione sulla richiesta di rivedere il regime di carcere duro nei suoi confronti. La seconda è l’intervento del ministro Nordio in Parlamento per una nuova informativa sulla vicenda. In questo caso la data cerchiata in rosso è quella del 15 febbraio.