Tassisti alla riscossa. Contro la narrazione mediatica che li disegna come violenti e “furbetti” del pos, scende in campo la stessa categoria e con una recentissima indagine, prova a sfatare presunti false miti, dicono dall’Uritaxi. Per Notizie.com abbiamo intervistato il presidente nazionale Claudio Giudici
Auto bianche di tutta Italia unite contro la narrazione mediatica che da tempo viene fatta nel nostro Pese, ma soprattutto schierate contro le multinazionali che vorrebbero favorire un altro tipo di trasporto a pagamento. Taxi, insomma, croce e delizia di chi viaggia per lavoro o per necessità all’interno delle città, su e giù per lo stivale. Ma davvero chi li guida è spesso violento, scortese e rifiuta pagamenti col pos?
Stando ad una serie di servizi ed inchieste realizzate e andate in onda nei vari talk televisivi, sembrerebbe di sì. E allora come difendersi? Semplice, producendo dati che possano smentire il sentir comune. E’ il caso dell’ indagine realizzata da Lab21.01 sulla base di 1.600 interviste fatte nel mese di gennaio 2023 in 16 città italiane.
La ricerca analizza il gradimento del servizio taxi nel nostro Paese. Un gradimento che, rispetto allo scorso anno, è cresciuto del 3,2%. L’83,7% degli intervistati si dichiara infatti molto (16,8%) o abbastanza soddisfatto (66,9%). La città dove la soddisfazione è maggiore è Verona (90,6%), seguita da Siena (90,4%) e, al terzo posto, Perugia (90,3%). Bari 73,6%), Napoli (70,5%) e Palermo (69,1%) sono invece in fondo alla classifica di gradimento. Sotto la media nazionale anche Roma (80,4%) e Firenze (81,4%).
Uno dei temi per i quali la categoria dei tassisti è spesso sotto accusa è l’uso del Pos. Dall’indagine però emerge che quasi 7 clienti su 10 dichiarano che nei loro viaggi in taxi non è mai stato negato, o raramente, il pagamento con il Pos. Il maggior gradimento rispetto a questo si registra nelle due città toscane prese in considerazione: Siena (85,3%) e Firenze (85,1%).
Ecco perchè abbiamo voluto parlare direttamente con il presidente nazionale di Uritaxi Claudio Giudici, per capire come questa indagine possa incidere sul giudizio che l’italiano medio ha maturato contro la categoria delle auto bianche. “Narrazione mistificatoria contro di noi”, l’intervista in esclusiva per Notizie.com.
Giudici perchè questo accanimento contro la categoria a cui lei appartiene?
“Le multinazionali hanno bisogno si parli male di noi”.
Perchè, domanda legittima non crede? E soprattutto chi ispirerebbe tali racconti?
“Non mi faccia prendere querele…non mi pare il momento di gettare benzina sul fuoco!”
E allora la categoria tira fuori un’indagine, le chiedo quanto attendibile?
“Il problema è che come spesso accade le buone notizie non fanno breccia tra le persone, mentre un servizio televisivo in cui alcuni esponenti della nostra categoria si comportano male, diventa immediatamente virale…e tutti gli altri onesti lavoratori ne pagano le spese. Uritaxi ha realizzato allora un’indagine di parte sì, ma condotta su dato oggettivi… E poi basta lanciare accuse contro i conducenti delle auto bianche, tacciandoli continuamente di essere violenti… Semmai la violenza noi la subiamo e l’abbiamo subita!”
Ci faccia capire meglio…a cosa si riferisce?
“Basta considerare l’unicum per qualsiasi categoria professionale di cinque colleghi ammazzati in un solo decennio a causa di aggressioni. Luca Massari, Alfredo Famoso, Gino Ghirelli – per il cui omicidio proprio pochi giorni fa c’è stata una sentenza di condanna in appello a 4 anni e 8 mesi a carico dei due aggressori – Antonio Dodaro e Pasquale Di Francesco, ci ricordano quanto sia pericoloso questo mestiere e come ogni giorno i tassisti subiscano aggressioni, che per fortuna non sempre finiscono con l’evento estremo”
Non possiamo parlare però di una categoria di santi… come la mettiamo con le lamentele continue da parte degli utenti che dichiarano che i tassisti non amino essere pagati col pos?
“La nostra indagine su questo parla chiaro: 7 clienti su 10 dichiarano che nei loro viaggi in taxi non è mai stato negato. Ad onor del vero va detto che le cose da questo punto di vista vanno meglio al nord, piuttosto che al centro sud, ma credo che questo non sia un dato legato solo alla nostra professione…”
Quindi i servizi che vediamo in tv, molti realizzati con telecamere nascoste, secondo lei sono strumentali? Non rispecchiano la realtà? Il problema dunque è solo quello di dover contrastare la narrazione?
“Guardi controbattere alla narrazione mediatica equivale andare a sbattere contro un muro di gomma, come nel caso di questo studio che non è stato preso nella giusta e doverosa considerazione… Più in generale un mea culpa magari va fatto. Occorrerebbero maggiori controlli interni alla categoria, in questo modo chi sbaglia non danneggerebbe oltremodo la maggior parte dei colleghi che lavora nel rispetto e nell’applicazione delle leggi. Poi aggiungo: chi di norma sbaglia, come nel caso di corse non prese o di pagamenti accettati solo in caso di contanti, non è iscritto ad alcun radiotaxi…”