Il presidente del Consiglio, in una lunga lettera al Corriere della Sera, svela il suo pensiero sulla situazione italiana, invitando tutti, a partire da Fdi, a smorzare i toni
Giorgia Meloni esce allo scoperto e prende posizione sulla vicenda legata al dibattito su Giovanni Donzelli e il Sottosegretario Delmastro. Il Premier era stata tirata in ballo sull’argomento ieri, durante la visita in Germania al cancelliere Sholz ed aveva promesso di chiarire la sua posizione oggi. Lo ha fatto attraverso una lunga lettera pubblicata sul Corriere della Sera.
Meloni spiega di non essere intervenuta (fino ad ora) per non alimentare le polemiche e per non alzare ulteriormente i toni di un dibattito che sono già molto accesi. Invitando, in primo luogo, gli esponenti del suo partito ad un “confronto franco ma rispettoso”. A chi le chiedeva se ci fossero i presupposti per le dimissioni dei due esponenti di Fratelli d’Italia, Il Primo Ministro è categorico: “Non ritengo vi siano in alcun modo i presupposti per le dimissioni che qualcuno ha richiesto. Peraltro, le notizie contenute nella documentazione oggetto del contendere, che il Ministero della Giustizia ha chiarito non essere oggetto di segreto, sono state addirittura anticipate da taluni media”.
Giorgia Meloni parla di aspetti strumentali, tirati in ballo in questa vicenda: “Trovo singolare che ci si scandalizzi perché in Parlamento si è discusso di documenti non coperti da segreto, mentre da anni conversazioni private – queste sì da non divulgare – divengono spesso di pubblico dominio. Trovo singolare l’indignazione del Pd per un’accusa sicuramente eccessiva, quando però la sinistra in passato ha mosso alla sottoscritta, leader dell’opposizione, le accuse di «essere la mandante morale delle morti in mare» o di guidare un «partito eversivo», per citarne alcune. Senza dimenticare quando esponenti istituzionali gridavano tra gli applausi che avremmo dovuto «sputare sangue». Trovo paradossale – continua – che non si possa chiedere conto ai partiti della sinistra delle loro scelte, quando all’origine delle polemiche di questi giorni si colloca oggettivamente la visita a Cospito di una qualificata rappresentanza del Partito democratico, in un momento in cui il detenuto intensificava gli sforzi di comunicazione con l’esterno, come emerge dalle note dell’autorità giudiziaria che si è pronunciata sul caso, rese note dai mezzi di informazione. E quello che colpisce me, ancora più di quella visita, è che dopo aver preso atto – da quello che riporta la stampa sulla vicenda – dei rapporti tra Alfredo Cospito e i boss mafiosi in regime di carcere duro, e ben sapendo quanto alla mafia convenga mettere in discussione il 41bis, autorevolissimi esponenti del Pd abbiano continuato a chiedere la revoca dell’istituto per Cospito, fingendo di non comprendere le implicazioni che tale scelta avrebbe avuto soprattutto in termini di lotta alla criminalità organizzata”.
Il Premier invita maggioranza e opposizione a prendere atto del clima che si sta vivendo e “velocemente surriscaldando. E non risparmia nessuno, come dimostrano i manifesti comparsi ieri all’università La Sapienza di Roma, che definiscono «assassini» il Presidente della Repubblica e i membri di diversi governi, senza distinzione di colore politico. Mentre si continua a pensare che questa questione possa essere utilizzata per attaccare il governo o l’opposizione, ieri è stato necessario assegnare la scorta all’on. Donzelli e ai Sottosegretari Delmastro e Ostellari, e ovunque compaiono minacce alle istituzioni italiane, qui in patria e all’estero”.
Giorgia Meloni chiude con un appello, rivolto a politici, giornalisti ed opinionisti: “Perché non ci si debba domani guardare indietro e scoprire che, non comprendendo la gravità di quello che stava accadendo, abbiamo finito per essere tutti responsabili di un’escalation che può portarci ovunque”.