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Curiosità

“A Carnevale ogni scherzo vale!”, ecco spiegato il perchè

Published by
Mauro Simoncelli

Molte espressioni, diventate di uso comune, ci sembrano così familiari che spesso le usiamo senza più chiederci neanche il significato, o da dove e perché siano nate

In questo periodo dell’anno, in un tempo storico così particolare, prendiamo in esame un modo di dire leggero e scherzoso, che ci fa pensare a quando eravamo bambini, a quando mascherarsi con il costume dell’eroe preferito ci faceva sentire belli e divertenti e tutte le altre maschere, i coriandoli, l’atmosfera festosa e tanti dolcetti ci coinvolgevano in un turbinio di emozioni come solo il carnevale sa fare soprattutto con i bambini.

La parola carnevale deriva dall’astinenza nel mangiare carne – Notizie.com -.

“A carnevale ogni scherzo vale”: quale è il vero significato e perché è nato questo modo di dire? Significa che ogni scherzo fatto in questo periodo deve essere accettato in allegria, pronti a festeggiare in ogni momento.

Ma perché siamo portati a dire così

Le origini del Carnevale si fanno risalire indietro nel tempo, all’epoca greco-romana, quando venivano praticati i riti pagani in onore del dio Saturno e Dionisio. Etimologicamente il significato della parola deriva dall’espressione latina “carnem levare” ossia “togliere la carne” dalla dieta quotidiana, in osservanza del divieto nella religione cattolica di mangiare la carne durante i quaranta giorni di quaresima. Il martedì grasso, ultimo giorno del Carnevale, si teneva appunto l’ultimo banchetto prima dell’inizio del periodo di astinenza e digiuno dettato dalla Quaresima, tempo di purificazione dei credenti in attesa della Pasqua, durante il quale a nessuno era concesso di mangiare carne. L’inizio del Carnevale varia da paese a paese, ma generalmente viene festeggiato nelle due settimane che precedono le ceneri.

Durante i Saturnali romani, o anche durante i festeggiamenti della Repubblica di Venezia, i giorni del Carnevale erano giorni di concessioni e divertimento, ma anche di sovvertimento delle regole sociali, dell’ordine precostituito, da cui derivava la pratica dello scherzo e della dissolutezza. Infatti, durante queste feste erano previsti lauti banchetti a cui prendevano parte sia nobili sia poveri e l’uso delle maschere permetteva a chiunque di essere “un’altra persona”, anche di far finta di appartenere a uno stato sociale più elevato del proprio, tanto che molti sfruttavano l’occasione concessa per insultare e deridere impunemente i propri padroni. Lo spirito della festa era di ribaltare la realtà con la fantasia e divertirsi senza pensieri, avendo la possibilità di essere un re per poche ore!

Il Carnevale aveva un significato diverso in antichità – Notizie.com –

Le maschere per difenderci dagli spiriti maligni

Alcuni ritengono che le maschere servissero anche per allontanare gli spiriti maligni, poi con il cristianesimo questi riti persero il carattere magico e rituale e rimasero semplicemente come forma di divertimento popolare. Anzi, divenne un modo per riflettere e ricongiungersi con Dio. Pertanto la Chiesa vietò gradualmente tutti gli eccessi dei festeggiamenti del mondo pagano. Nella Venezia medievale gli scherzi andavano anche “oltre”. In questo periodo ogni legge veniva abolita purché si indossasse una maschera e questo portava i cittadini a compiere reati ben più gravi dell’offendere il doge! Durante il Medioevo e il Rinascimento i festeggiamenti in occasione del Carnevale furono introdotti anche nelle corti europee e assunsero forme più raffinate, legate anche al teatro, alla danza e alla musica. Nonostante i divieti imposti dalla Chiesa la cultura delle maschere è stata tramandata fino a noi, grazie anche alla lunga tradizione teatrale e letteraria della commedia dell’arte e in questo periodo è associata a un momento goliardico.

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Mauro Simoncelli