L’ex compagno di nazionale di Gianluca Vialli ha rilasciato una intervista ai microfoni del programma ‘Le Iene’ dove ha parlato di alcune sostanze che gli davano insieme ad altri ex calciatori del passato
Un altro ex compagno di squadra di Gianluca Vialli vuota il sacco. Lo ha fatto rilasciando una intervista al noto programma di Italia Uno, ‘Le Iene‘. Si tratta di un ex calciatore che ha vissuto e giocato la Serie A. Tanto da vestire maglie importanti come quella del Torino, del Bari e di molte altre ancora. Non solo: anche quella della nazionale olimpica. Proprio lì ha avuto la fortuna ed il piacere l’uomo inquadrato in foto. Dichiarazioni che andranno in onda a partire dalla puntata di domani, ovvero martedì 7 febbraio.
Si è discusso di alcuni farmaci che davano ai calciatori. Quasi come se fossero delle caramelle. Queste sono alcune delle sue parole: “Il Micoren era un farmaco e lo prendevo praticamente tutte le domeniche. Ti aumentava la capacità polmonare. Qualche anno dopo è risultato proibitissimo ed è risultato doping. Sembravano delle Zigulì e io ne ho prese tante. Ora sono molto preoccupato, in funzione del fatto che ci possa essere una correlazione con queste medicine e tutte le cose che sono successe agli ex calciatori più avanti negli anni”.
Poi il ricordo proprio con il nativo di Cremona: “Con Gianluca ho partecipato al Mondiale militare, quando vedi qualcuno con cui hai condiviso qualcosa morire ti vengono in mente queste cose. Mi preoccupano anche tutte le flebo che ho fatto prima delle partite, io non so esattamente cosa ci potesse essere”.
Brambati: “Ci davano molte pasticche, ora sono preoccupato“
Si tratta di Massimo Brambati, ex difensore. Nel corso dell’intervista ha spiegato che queste flebo venivano somministrate la sera prima della partita in albergo, oppure la mattina della stessa gara. Sostanze che aiutavano a fare in modo che si potesse essere performanti nel più breve tempo possibile. Effetti strani visto che non riusciva a prendere facilmente sonno. In passato ci ha anche provato a raccontarlo, ma gli hanno consigliato di tacere e di non parlarne più.
Da parte di chi? “Dalla FIGC. Mi mandarono una lettera, diffidandomi a parlare ancora di queste situazioni, altrimenti avrebbero preso dei provvedimenti. Ma la pelle è mia e vorrei che qualcuno mi venisse a dire che non c’è nessuna correlazione tra quello che abbiamo preso e alcune malattie che si verificano spesso sui calciatori”.
Poi la domanda su un altro ex calciatore storico che è passato a miglior vita come Diego Armando Maradona: “Ricordo che un giorno lo marcavo, ma nemmeno con tre Micoren potevi. Dopo la partita, con mio padre, andati al bar a bere una cosa. Solo che non riuscivo a tenere in mano la tazza perché tutto il liquido fuoriusciva, mi tremava la mano”. In conclusione ha aggiunto: “C”era anche un altro preparato che ci davano, che si chiamava Anemina, era una pasticca che aumentava i riflessi”.