Grammy, i Maneskin rimangono completamente a bocca asciutta visto che non hanno ricevuto alcun tipo di premio. A trionfare è un’altra cantautrice
Il 2023, almeno per il momento, non si è considerato fortunato per i Maneskin. Per quanto riguarda i premi sia chiaro, anche se ci sono ancora moltissimi mesi a disposizione. La band emergente “made in Italy” sicuramente avrà modo di rifarsi. Nella serata di ieri, durante i Grammy, non sono mancate affatto le sorprese. Da come avete ben potuto notare il gruppo rock italiano è tornato a casa a mani vuote. Niente da fare per Damiano David ed il resto del gruppo. Facciamo un piccolo resoconto di quanto accaduto nelle ultime ore. Per l’album dell’anno ha trionfato Harry Styles con il suo “Harry’s House“.
Si tratta di uno dei premi più importanti e prestigiosi. Tanto è vero è come se fosse considerato il ‘Premio Oscar’ alla musica. Come miglior artista ha vinto l’emergente Samara Joy. Proprio qui erano in lizza la band romana. Non è affatto un mistero che i Maneskin erano considerati i favoriti per sollevare il premio. Ed invece sono rimasti a guardare la loro avversaria vincere. Si trattava di uno dei premier più importanti della serata (in totale quattro). A vincere anche Lizzo (registrazione dell’anno) con la sua ‘About Damn Time’ e (assolutamente a sorpresa) la 73enne Bonnie Raitt per la sua ‘Just Like That’.
Soddisfazione anche per Adele che ha vinto nella categoria miglior performance pop per ‘Easy on Me‘. Successo anche per Beyoncé: tre vittorie ancora prima che cominciasse la diretta da Los Angeles e altre due durante la trasmissione sulla Cbs. Basti pensare che, nell’arco della sua straordinaria carriera, ha collezionato ben 32 premi. Davvero niente male. Anche se non è riuscita a vincere (per la quarta volta) il premio di migliore album dell’anno.
Viola Davis, con l’audio-libro del suo memoir ‘Finding Me’, è entrata nell’esclusivo club degli Egot. ‘Baraye‘, ovvero l’inno delle proteste in Iran, ha vinto il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Lo ha annunciato la moglie del presidente americano Joe Biden, ovvero Jill. Una canzone che, con il passare del tempo, è diventata una vera e propria icona. Anzi, un simbolo della protesta che si sta verificando ancora adesso in Iran. Tanto è vero che non sono mancati attimi di commozione.