La crisi economica ha portato a cambiare le abitudini degli italiani per quanto riguarda gli avanzi dei pasti. Ecco cosa dice l’indagine della Coldiretti.
Nella Giornata nazionale di prevenzione contro gli sprechi alimentari l’indagine della Coldiretti ha confermato un cambio nelle abitudini degli italiani rispetto al passato. Con la crisi economica, infatti, i nostri connazionali hanno iniziato ad utilizzare anche gli avanzi dei pasti e quindi le pietanze molte volte sono cucinate con i cibi preparati nei giorni precedenti.
Si tratta di una novità sicuramente importante per ridurre al minimo gli sprechi. Il riutilizzo degli avanzi, poi, si sposta anche negli uffici visto che il 52% dei lavoratori ha dichiarato di portarsi a lavoro il cibo preparato magari il giorno precedente. Anche in questo caso stiamo parlando di un qualcosa che è diventata attualità soprattutto negli ultimi tempi.
La crisi economica ha portato dei cambiamenti anche nei ristoranti dove la doggy bag per portarsi via gli avanzi è quasi diventata consuetudine.
Le novità messe in evidenza dall’indagine della Coldiretti sembra confermare la volontà degli italiani di iniziare una vera e propria lotta contro gli sprechi. Una scelta strettamente legata alla crisi economica e quindi l’obiettivo principale delle famiglie è quello di risparmiare anche sul cibo.
E, di conseguenza, sono cambiate anche le strategie per fare la spesa. Addio agli acquisti di impulso, ma le scelte sono sempre più ponderate e, soprattutto, gli italiani sono sempre più attenti alla data di scadenza per acquistare solo cibo da consumare nel breve periodo. Insomma, un quadro complessivo completamente differente da quello precedente e quindi una nuovo modo di consumare il cibo da parte dei nostri connazionali.
La lotta contro gli sprechi naturalmente ha portato anche ad una diminuzione della presenza di cibo nella spazzatura. In base ai nuovi dati, riportati dall’Agi, gli italiani nel mese di gennaio hanno buttato 524,1 grammi a testa settimanalmente. Si tratta di una cifra inferiore rispetto a quella dello scorso anno quando si era raggiunto i 595,3 grammi, ovvero 23,7 chili l’anno. Insomma, una situazione completamente differente a quella registrata negli anni scorsi.