Sit-in pro-Ucraina fuori dallâambasciata russa a Tallinn, la voce di Valeria e un peluche insanguinato: âQui vengono anche quelli pagati da PutinâŚâ.
di Carlo Roscito e Daniele Rocca
TALLINN â Ambasciata russa a Tallinn, Estonia. La tensione si fa sentire quanto la commozione. Messaggi pro-Ucraina, contro le violenze che ormai vanno avanti da quasi un anno. âPutin è un killer!â, si legge. E ancora: âPutin sta distruggendo la mia casaâ. Un peluche insanguinato, simbolo dei bambini che hanno perso la vita durante il conflitto, viene sistemato sulle transenne che delimitano il perimetro dellâedificio su cui sventola la bandiera russa.
Le pattuglie della polizia, almeno quattro, controllano a distanza il sit-in che si è formato spontaneamente lungo via Pikk, una delle arterie principali della città vecchia, a un passo da Piazza Raekoja (Piazza del Comune). La guerra in Ucraina è ovunque. Le ripercussioni si sentono in ogni nazione, figuriamoci nei paesi del Mar Baltico.
Negli ultimi giorni le frizioni sono aumentate. Mossa e contromossa politiche: il governo di Mosca ha deciso di espellere lâambasciatore estone in reazione, secondo il Cremlino, alla decisione di ridurre radicalmente il personale dellâambasciata russa a Tallinn. âUn passo che conferma la linea del disfacimento delle relazioni tra i nostri due Paesiâ, la spiegazione dei funzionari di Putin, che hanno accusato lâEstonia di essere diventata ârussofobicaâ.
La gente locale, non câè dubbio, è vicina allâUcraina. Condivide speranze e sofferenze. I cartelli, le bandiere e gli striscioni sotto lâambasciata russa a Tallinn ne sono la dimostrazione. Valeria, 16 anni, è lĂŹ in prima linea al sit-in promosso dal gruppo Koos. Ha raccontato a Notizie.com la sua storia, una fuga che ha toccato lâItalia prima di raggiungere il padre in Estonia, dove ora si sente sicura.
âSono scappata dalla mia cittĂ , sono stata a La Spezia per 6 mesi, poi sono venuta qui dove câera papĂ â, ci dice. âIl viaggio è stato molto difficile, la mia regione confina con la Russia, eravamo circondati e non potevamo andarcene. Un giorno ci siamo riusciti, siamo andati a Kiev, soltanto dopo abbiamo attraversato il confine con la Romania per andare in Italiaâ.
Non sono mancate le polemiche durante la manifestazione: âIl 99% del popolo sta con lâUcraina, ma qui spesso vengono anche delle persone filo-russe. Sono pagate da Putin!â, afferma con sicurezza Marten, ragazzo estone che ha voluto partecipare attivamente. Dichiarazioni e contrapposizioni che passano in secondo piano di fronte alle violenze e alle vittime della guerra. Sullo sfondo â neanche troppo â rimane un peluche insanguinato che fa male al cuore.