Fermento nella scuola contro la nuovissima ChatGPT a causa compiti in classe copiati dall’app, intanto c’è già chi ne sta vietando l’uso
La tecnologia e la scuola, due mondi che dovrebbero incontrarsi e interagire ogni giorno, eppure, almeno in Italia sembrano due essere due rette parallele destinate a non incontrarsi mai. L’ultimo motivo della discordia è la nuova app ChatGPT grazie alla quale migliaia di studenti in tutto il mondo stanno copiando i compiti in classe grazie tramite l’uso dell’intelligenza artificiale.
A chi non è mai capitato di copiare a scuola? Una pratica certamente non corretta ma che in tanti casi se fatta a piccolissime dosi può aiutare ed essere anch’essa motivo di crescita per i giovani. L’ultima frontiera dell’arte è legata strettamente con il progresso tecnologico e ha il nome di ChatGPT. Mentre la scuola cerca di aggiornarsi e di capire come la tecnologia possa essere d’aiuto per integrare l’insegnamento e superare quello fatto solo di libri e penna, i ragazzi hanno trovato un sostituto per ogni compito in classe.
L’allarme è pronto a suonare e il rumore sarà sicuramente più forte di quello della campanella della ricreazione. ChatGPT rischia di rivoluzionare il mondo della scuola e di farlo in brevissimo tempo. Oltreoceano, precisamente il dipartimento scolastico di New York intanto ha deciso di vietare l’utilizzo dell’app a scuola. In Italia sono anni, ormai decenni, che la scuola e gli insegnanti inseguono la tecnologia e i ragazzi. Se con lo smartphone fino a poco tempo fa non potevano risolversi proprio tutti i compiti in classe, ora con l’intelligenza artificiale di ChatGPT nulla sarà più impossibile da copiare.
Trovare una soluzione non è di certo semplice, e pensare di farlo con il divieto di utilizzo dei cellulari a scuola sembra andare proprio nella direzione opposta a quella del resto del mondo. La scuola è destinata a rimanere ancorata al vecchio millennio o riuscirà ad entrare nella nuova era tecnologica che stiamo vivendo? In attesa di scoprirlo intanto una soluzione a ChatGPT potrebbe essere quella di chiedere allo studente di rielaborare quanto studiato, di farsi un proprio pensiero e di esprimerlo in senso critico. La valutazione in base al solo apprendimento è destinata a finire sotto la scure dell’intelligenza artificiale pronta a sostituire gli studenti. Ecco, proprio per loro bisognerebbe intervenire, perché il rischio, inconsapevole per i giovani, è quello di creare una generazione incapace di rispondere alle domande più banali e di esprimere una propria opinione, tutti allineati al pensiero unico dell’intelligenza artificiale, con tutte le devastanti conseguenze che potrebbero derivare da tutto ciò.