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Terremoti, l’esperto dell’Ingv in esclusiva: “Ecco la mappa in Italia”

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Paolo Colantoni

In esclusiva a Notizie.com, Samer Bagh, dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, spiega la situazione italiana e risponde alla più classica delle domande: si possono prevedere i terremoti?

E’ possibile riuscire a prevedere un terremoto? Quali studi vengono fatti dagli esperti per tracciare le zone più a rischio? E soprattutto, quale è la situazione del nostro Paese. Notizie.com ha ascoltato in esclusiva il parere del sismologo Samer Bagh, dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, per un quadro più completo della situazione e per capire nel dettaglio come e se è possibile anticipare gli eventi sismici. Soprattutto quelli più potenti e pericolosi.

Terremoto, ecco la situazione in Italia – Notizie.com –

Dottor Bagh, è davvero impossibile riuscire a prevedere un terremoto?

“Purtroppo no. Una previsione precisa del tempo e del punto, dove potrebbe nascere un terremoto, è praticamente impossibile. Quello che si può fare è definire un arco di tempo dentro il quale, potrebbe arrivare un terremoto. Ma questa sorta di previsione viene fatta su zone geograficamente molto ampie”

Su cosa si basano queste previsioni?

“Sono basate sullo studio della sismicità storica disponibile. Faccio un esempio: se dagli studi emergono zone in cui sappiamo esserci delle faglie attive, senza terremoti importanti, diventano a tutti gli effetti delle zone candidate a possibili terremoti”.

Cosa studiate quindi?

Se, attraverso gli studi e le rilevazioni, so che in un area precisa ci sono faglie attive, spostamenti rilevati dai dati satellitari, vado a focalizzarmi su quella zona, che diventa possibile candidata per il prossimo terremoto. Lo stesso procedimento viene fatto anche per lo studio dell’arco temporale. Ogni struttura ha un tempo di ritorno. Se si analizza un catalogo storico, si può statisticamente dedurre il tempo di ritorno del terremoto, in cui si definisce la frequenza di avvenimento del terremoto più importante nella zona. Purtroppo questo è il massimo che possiamo fare e, come detto, i dati non ci permettono di poter prevedere con certezza il luogo e l’orario di un terremoto”.

A sinistra Samer Bagh, dell’Ingv. A destra le immagini del terremoto in Turchia (Ansa) – Notizie.com

Passi avanti, rispetto al passato, sono stati fatti?

“Ultimamente abbiamo realizzato degli studi più dettagliati. Dopo un terremoto importante, ipotizziamo superiore al quinto grado, si installa una rete sismica molto densa e si osserva dettagliatamente il proseguimento del rilascio sismico. Da certi studi si può capire se è un rilascio vero e proprio o costruttivo di un terremoto , per capire se si tratta di un precursore di  un sisma più importante, che può verificarsi sullo stesso punto”.

In Italia ci sono zone che tenete maggiormente in considerazione?

Lungo gli Appennini si concentrano le strutture sismogenetiche più importanti: strutture dove eventi sismici possono avvenire in qualsiasi momento. Parliamo della zona appenninica, delle Alpi e ci sono strutture  importanti in Sicilia. L’importante è effettuare degli studi di pericolosità sismica per capire cosa aspettarci in una certa zona: qual’è lo scuotimento massimo del terreno e in base a quello si può creare un codice. Questo discorso è valido se si parla in generale della valutazione del rischio sismico; ma per forme forti, c’è poco da fare: pensate all’ultimo terremoto in Turchia. Quel sisma ha causato lo spostamento del suolo di circa tre metri. In casi come quelli, qualsiasi valutazione sismica non può essere utile”.

 

 

 

 

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Paolo Colantoni