Il numero di punti segnati da King James nella sua carriera oggi oramai lo conosciamo tutti. Meno noto invece è il numero dei canestri da lui realizzati, che sono oltre 14.000. Ben più della metà di questi sono canestri che si è guadagnato da solo, dal campo o in lunetta. Per i restanti 5.000 punti deve dire grazie agli assist dei vari compagni.
Un giocatore progettato per giocare su un parquet
Un tiro in sospensione da 2 punti, un classico del repertorio de il Prescelto, nel terzo quarto della partita contro gli Oklahoma City Thunder, e dopo 20 stagioni, più di 1400 partite, quasi 65mila minuti, a 38 anni LeBron James è diventato il miglior marcatore All-Time della NBA. Un risultato straordinario per un giocatore progettato dagli dei del basket per giocare su un parquet. Quando lo speaker della Crypto Arena di Los Angeles (l’ex Staples Center) ha fermato il gioco e ha chiamato sul campo Kareem Abdul Jabbar per il passaggio di consegne fra le due leggende, si è capito che la storia si era davvero compiuta. “Mi sono sentito come se fossi seduto sull’Arena quando ho visto il tiro entrare, una sensazione incredibile, chissà se la rivivrò nella mia vita”, ha confessato LeBron a fine gara. E ora, come sempre quando accadono questi eventi epocali, è partita la corsa a indicare il più grande di sempre: MJ o LeBron, Kareem o Magic o Kobe? Siamo di fronte comunque a fenomeni assoluti.
Chi è il più grande di sempre?
Partiamo dal solito presupposto: stabilire il più forte, il più decisivo, insomma il più grande di sempre, è impossibile perché, per forza di cose, si confrontano giocatori che hanno giocato in epoche diverse, ma ognuno di loro ne ha segnata una. E anche LeBron James ha portato l’NBA ad alzare l’asticella dello spettacolo e della tecnica a un livello che pensavamo fosse impossibile da raggiungere dopo la dinastia di Michael Jordan, e questo è sicuramente un enorme merito. Rimanere protagonista assoluto per lunghi 20 anni è pazzesco, tra l’altro James ha raggiunto lo storico traguardo con soltanto 1.410 partite partite disputate contro le 1.560 partite di Jabbar e del suo mitico “ganciocielo”.
Un giocatore stratosferico per tecnica, potenza, carisma, che ha portato i “suoi” Cleveland Cavaliers sul tetto del mondo praticamente da solo, ma che in carriera è riuscito a vincere “soltanto” 4 titoli a fronte di ben 10 Finals disputate e questo potrebbe anche significare più di qualche cosa. E’ riuscito a conservare un livello altissimo, unico, impareggiabile, con una cura maniacale del corpo e dell’alimentazione che possono chiaramente definirlo un modello dello sport a livello professionistico per questo millennio. Oltre ovviamente ad aver realizzato un record che pareva irraggiungibile, soprattutto per uno che non è entrato nelle Lega con la fama di realizzatore e che attualmente è pure il 4° di sempre per assist, ma unico con almeno 10mila punti, 10mila rimbalzi e 10mila assist. Non sarà forse il più grande di tutti nella storia della NBA, ma ci andrà molto vicino.