Schurzel (Anvgd): “E’ arrivato il momento di mettere le Foibe nei libri di storia, ma non due o tre righe…” [VIDEO]

Intervista alla presidente dell’Associazione nazionale Venezia-Giulia e Dalmazia: “Tanta gente soffre ancora tanto e non è giusto”

E’ un giorno importante, “Il Giorno del Ricordo“, la data che lo Stato italiano ha riconosciuto ufficialmente con una legge per celebrare, omaggiare e ricordare i tanti italiani che sono stati uccisi nelle Foibe in un massacro allucinante e senza senso. Cittadini italiani che nell’arco di poche ore sono rimasti senza patria e senza nessuno che li difendesse e soprattutto li riconoscesse. Una delle vicende più insulse e ingiuste della nostra storia moderna.

La Presidente
La presidente dell’Associazione Nazionale Venezia-Giulia e Dalmazia (Notizie.com)

Per molti anni il 10 Febbraio quasi non si ricordava e, se lo si faceva, veniva fatto in maniera sbrigativa e quasi senza badarci troppo. Ora le cose stanno cambiando e c’è una sensibilizzazione e, soprattutto, una conoscenza diversa. Notizie.com ne ha parlato con Donatella Schurzel, figlia di esuli dalmati, nonché presidente dell’Associazione Nazionale Venezia-Giulia e Dalmazia: “E’ una giornata importante per noi e come ogni anno, ma sempre ogni giorno cerchiamo di sensibilizzare e creare eventi per ricordare gli esuli e tutti quegli italiani che hanno dovuto lasciare la propria terra mentre alcuni sono stati uccisi in maniera barbara. Ecco noi siamo qui per loro, da sempre e per sempre”.

“E’ una delle storie più tristi che ci siano, ma nessuno la racconta come dovrebbe essere raccontata”

Il ricordo della tragedia
A quasi 80 anni dal nobile gesto di pietà dei #vigilidelfuoco. Nell’ottobre del 1943 una squadra guidata dal maresciallo Harzarich recuperò nella fosse i corpi di molti italiani (Ansa Notizie.com)

Per la Presidente Schurzel è stata una giornata intensa, di celebrazioni e piena di appuntamenti. Nella prima mattina il presidente della Repubblica Mattarella che ha onorato come fa ogni anno il “Giorno del Ricordo“, poi Donatella Schurzel, insieme ad altre associazioni, ha avuto un incontro privato con il Ministro della Cultura Sangiuliano, ma per lei ricordare gli esuli e tutti gli italiani che sono stati dimenticati in questi anni è troppo importante. Una missione. “Noi siamo qui per ricordare e non dimenticare mai i tanti, troppi italiani che furono costretti ad andare in esilio via dalla loro terra perché dal giorno alla notte non erano più italiani, dimenticati e quasi venduti dal loro stesso Stato. Una vicenda di cui si è parlato pochissimo in sessanta anni e in alcuni fasi quasi per niente, anche per una questione di natura politica e di ignoranza, nel senso proprio della parola di ignorare delle vicende e dei fatti”

Una questione imperdonabile per i tanti parenti che sono rimasti in vita e che non hanno avuto la possibilità di poter stare con i loro cari perché tanti furono uccisi solo perché italiani e si trovavano in terra ormai jugoslava: “Queste cose non ci sono sui libri di storia e non è possibile, ma non sto parlando di un accenno o un capitoletto, qui ci vorrebbero pagine e pagine, anche per le generazioni future, sapere che dei loro concittadini sono stati trattati come merce dio scambio. La vicenda ha avuto un peso politico enorme, non dimentichiamoci mai che nel secondo dopoguerra l’Italia la guerra l’ha persa e ha pagato i propri debiti di guerra sulla pelle di alcuni italiani e cedendo parte del Venezia-Giuzia e della Dalamzia, con tutti i beni degli esuli, non potendo mantenere mnulla tranne alcune cose e con qeusto ha saldato, così hanno saldato il debito di guerra nel famoso trattato di Parigi, dimenticati per lungo e troppo tempo, poi dal 54 quando ci fu il ritorno di Trieste e il ritorno dell’amministrazione italiana, si cominciò a parlare, ma il silenzio continuò, un silenzio assordante, ma c’era l’ex Jugoslavia che era il primo partner economico dell’Italia con moltissime aziende italiane, alcune famosissime ancora adesso. Una vicenda gestita in modo discutibile e nessuno mai, nel vero senso della parola, ha chiesto scusa”

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