Franco Luxardo, l’esule di Zara, ai microfoni di ‘QN’: “L’Italia non voleva sapere. Poi è cambiato tuto. Ecco quando ci fu la prima svolta”.
La Giornata del Ricordo è approdata a Sanremo. Il forte pressing di politici e cantanti ha portato Amadeus a dedicare uno spazio alle vittime delle foibe. Ma tra le persone che hanno vissuto quel periodo c’è anche Franco Luxardo, costretto a 7 anni a lasciare la sua Zara e l’azienda di famiglia.
“In quegli anni frequentavo la scuola elementare – ha detto Luxardo ai microfoni di QN – andammo via nel 1943 perché i miei genitori mi portarono in Valsugana per curarmi. Fu una fortuna perché alla fine quell’8settembre non eravamo a Zara. I fratelli di mio padre furono uccisi. Noi per decenni sapevamo che erano scomparsi. Solo lo scorso anno abbiamo scoperto che erano stati fucilata dalla polizia segreta di Tito il 6 dicembre 1944“.
In questa intervista Luxardo è ritornato anche sulle difficoltà di poter ricostruire una vita in Italia: “Io non ho mai raccontato da subito la mia storia. I miei coetanei non sapevano nulla, a scuola non se ne parlava. Non era odio, ma menefreghismo nato dalla non conoscenza“. Ma poi è arrivata la svolta: “Nel 1956 con la rivoluzione ungherese ho deciso di raccontare la storia della mia famiglia qualcuno mi credette e altri no“.
La situazione, però, con il tempo è cambiata: “Fino agli anni Settanta gli esuli vivevano con una sorta di pudore, chiusi in se stessi, non facevano dimostrazioni come si faceva in altri Paesi. Ora la situazione è naturalmente cambiata“.
Un passaggio anche sull’accoglienza traumatica a Bologna: “Quello che lo fecero, il Pci di quel tempo, ora non ci sono più. Le scuse sono arrivate nel 2004 in poi, dopo l’approvazione della legge che istituiva la Giornata del Ricordo. E per questo motivo voglio ringraziare anche il presidente Ciampi“.
Luxardo ha deciso anche di fare un appello alla Croazia in vista dei prossimi anni: “Chiediamo di trovare i posti dove furono gettati i nostri cari uccisi. Almeno per poter mettere un fiore dove morirono“.