Il colombiano è stato uno dei giocatori più iconici degli anni ’90, quando la Serie A era il campionato di riferimento in tutta Europa e i migliori giocatori facevano a gara pur di sbarcare in Italia. Oggi il livello è diverso e in un’intervista alla Gazzetta l’ex Parma l’ha rimarcato…
Per i cultori del calcio anni ’90 non può che essere un’icona. Faustino “Tino” Asprilia, classe ’69, in Italia ha lasciato il segno con la maglia del Parma con cui ha giocato cinque stagioni. Prima tra il 1992 e il 1996 e poi nella stagione ’98-’99, una volta rientrato dall’esperienza al Newcastle.
Lì due anni avari di soddisfazioni personali – nonostante due secondi posti in Premier – e la disavventura delle visite mediche non passate nell’estate ’96, il motivo si scoprirà poi essere la positività alla cocaina. Velocissimo, abile nel dribbling, non proprio una sentenza sotto porta, Asprilia era però un giocatore moderno per l’epoca, un attaccante atipico per caratteristiche tecniche. Era soprannominato anche “il polpo” perché dotato di lunghe leve. Alla fine con il Parma giocherà 150 presenze tra tutte le competizioni, segnando 42 gol. Vincendo due volte la Coppa Uefa, una volta la Supercoppa Europea e una Coppa delle Coppe. Oggi Asprilia ha una sua azienda, lavora per il governo colombiano, ma la sua vita è sempre quella di quando era ragazzo: “Balli, feste, mangiate, donne. Tante donne”, dice alla Gazzetta dello Sport.
Ma la Serie A la guarda ancora? Risponde un po’ annoiato: “Sì, ma non mi diverte. Non si vede una giocata di classe, di fantasia. Il Napoli, ecco il Napoli è una squadra che mi piace. Osimhen è davvero bravo”. Ma non gli chiedete se il nigeriano sia più forte di lui, si altera e minaccia querele: “Attenzione perché partono le querele… Vi ricordo che io ho giocato in Serie A quando c’erano Van Basten, Gullit, Baresi, Maldini, Del Piero, Roberto Baggio. Devo andare avanti? Io, per fare gol, dovevo superare gente come Baresi, Costacurta, Vierchowod. E qualche volta me li sono pure bevuti. Adesso chi sono i difensori? Contro chi gioca Osimhen? Non esiste paragone tra il calcio di oggi e quello in cui ho giocato io”.
Asprilia ne ha per tutti, anche per gli allenatori: “Il calcio lo guardo, ma non mi diverte. Tutti passaggi laterali, pochi dribbling. E poi quegli allenatori che sembrano scalmanati davanti alle panchine e urlano ai giocatori che cosa devono fare… Avessero provato con me, li avrei sistemati io!”. In che senso? “Tu fai l’allenatore e siediti in panchina. A calcio ci gioco io e so come si fa. Il protagonismo degli allenatori mi dà proprio fastidio, sembra che abbiano inventato il calcio e magari non sanno nemmeno stoppare un pallone”.