Come si comporta una mamma di Roma Nord difronte ad uno sport che la costringe ad attraversare la città e vedere suo figlio rotolarsi nel fango?
Le mamme e il calcio un connubio strano da decifrare per certi versi ma che oltreoceano, in un contesto profondamente diverso, sono state ribattezzate “Soccer mom“. Ancora più strano lo diventa quando la mamma in questione proviene da Roma Nord ed è costretta a dover superare il vallo di Corso Francia per accompagnare i propri figli.
In effetti considerato come 7 donne su 10 siano disperate e disturbate dalla presenza eccessiva del calcio nella loro vita a causa della fede o della passione del marito, sembra strano che l’asse mamma-calcio continui anche oltre il weekend di Serie A o il mercoledì di coppa. E invece dopo il marito un altro uomo – e anche donna visto che i numeri sono in costante crescita – si mette fra loro e la libertà dalla palla rotonda. Ecco infatti che intorno ai 6/7 anni il figlio inizia a disturbarla quasi giornalmente perché deve essere accompagnato alla scuola calcio. Eppure, anche se alcune scene possono assumere i contorni del grottesco, è anche vero che senza le mamme il calcio come tanti altri sport avrebbero moltissimi praticanti in meno.
La mamma di Roma Nord che accompagna il proprio pargoletto al campo lo fa alternativamente con due mezzi di trasporto: o il suv gigantesco o la piccolissima Smart, insomma non ha mezze misure. La mancanza di una via di mezzo c’è anche rispetto al comportamento che tiene una volta arrivata al campo. Infatti o decide di rimanere rintanata in macchina , magari chiamando un’amica al telefono perché le faccia compagnia, oppure più appariscente che mai decide di scendere e di chiacchierare con tutti, erigendosi a vera e propria star del circolo. L’altra caratteristica di una soccer mom di Roma Nord è quella inconfondibile della “cipolla”. Queste mamme infatti vestono il loro piccolo con 3/4 strati di vestiti termici e caldissimi, anche in primavera perché il primo obbiettivo è quello che il figlio non si ammali e non si faccia male.
Ecco perché durante le partite si copre gli occhi quando negli scontri di gioco vede il proprio piccolo scontrarsi con un avversario o ancora peggio cadere a terra. Ad onor del vero il “mi raccomando non sudare” di una volta si è trasformato in “mi raccomando: anche se senti caldo non spogliarti“. Insomma un approccio leggermente più soft e consapevole. Ma la chicca della soccer mom di Roma Nord sono senza dubbio le trasferte quando è costretta a raggiungere lidi inesplorati della sua città sentiti solo nelle storie di criminalità raccontate da tv o giornali. L’ingresso al circolo è il momento clou, quando dotata di macchina di dimensione megagalattiche è guardata con attenzione da tutti gli indigeni del luogo. Gli stessi che inciteranno i figli a suon di “daje” o “purgali” mentre lei cercherà di farsi sempre più piccola ed allontanarsi dal pericolo straniero. Ah e ovviamente in caso di pioggia al campo non si va per nessuna ragione al mondo!