Il debutto di Bard, il nuovo software di intelligenza artificiale del gigante del web, è stato rovinato da un clamoroso e costosissimo errore
Nel video promozionale per il lancio dell’intelligenza artificiale, Bard, la chatbot di Google chiamata a rispondere a ChatGPT, ha sbagliato completamente nel rispondere a una domanda sul telescopio James Webb. Una figuraccia in mondovisione che ha fatto crollare le azioni del colosso del 9% e ha fatto perdere quasi 100 milioni di dollari al motore di ricerca più utilizzato al mondo.
Il colosso di Mountain View ha pubblicato il primo materiale pubblicitario della sua nuova IA basata sul modello linguistico LaMDA. Tantissimi gli esempi che spiegano come l’IA, nell’immediato futuro, potrà semplificarci la vita, dando risposte chiare ed esaustive su qualsiasi tema e sul come possano trovare applicazioni importanti anche in alcuni lavori quotidiani.
Una nuova gigantesca gara, prima di tutto commerciale e finanziaria, tra le Big-Tech, questa è innanzitutto la corsa alla ricerca del software perfetto per l’intelligenza artificiale. L’IA, presentata in questi giorni dalle due aziende, rappresenta un nuovo fronte di investimenti e sviluppi per un vastissimo campo di applicazioni. È in grado di produrre testi, immagini o audio sulla base di un enorme set di dati inseriti ed elaborati grazie ai progressi nelle tecniche di machine learning e deep learning, ovvero con un autoapprendimento “profondo” e “automatico” della macchina attraverso algoritmi ispirati alla struttura e alla funzione del cervello.
E dopo il lancio del modello Chat-GPT, di Intelligenza Artificiale generativa di OpenAI, è arrivata la risposta di Google con Bard. Ma al momento del lancio del video dimostrativo delle capacità del nuovo software, un errore ha fatto precipitare le cose ancor prima di cominciare. E’ successo che in uno degli esempi condivisi da Google, a Bard veniva chiesto di raccontare dei successi del famoso telescopio spaziale James Webb Space Telescope da poter condividere con un bambino di nove anni. Insomma, un modo per far intendere all’IA di utilizzare un linguaggio semplice e concentrarsi su curiosità che possano catturare l’interesse di un giovanissimo.
Bard ha infatti affermato che il telescopio spaziale James Webb sarebbe stato usato per scattare le prime foto nella storia di un pianeta situato fuori dal sistema solare. Un’affermazione completamente falsa, dato che i primi esopianeti sono stati fotografati grazie a potenti telescopi a terra, anche 14 anni prima del lancio del James Webb. Ciò che ha fatto cadere in errore Bard è stata una scarsa comprensione logico grammaticale delle informazioni trovate sul web, che quindi non si dimostra all’altezza delle aspettative, mettendo in imbarazzo Google. Un fraintendimento grammaticale per la forma praticamente molto simile della domanda, ma che ha portato drammaticamente fuori strada un’ intelligenza artificiale progettata proprio per essere in grado di non cadere in questi errori di distrazione tipicamente umani.
“Questo fatto evidenzia l’importanza di un rigoroso processo di verifica, che stiamo avviando questa settimana con il nostro team di tester fidati”, ha dichiarato un portavoce di Google. “Combineremo i feedback esterni con i nostri test interni, per assicurarci che le risposte di Bard soddisfino un elevato livello di qualità, sicurezza e accuratezza con le informazioni del mondo reale”. Ma in borsa il tonfo per la società di Mountain View è stato pesantissimo: 9 punti persi in un giorno e 100 milioni di dollari bruciati sull’altare di un apparente banale errore.