Aveva rifiutati l’esilio, nelle ultime ore è arrivata la condanna nei confronti del vescovo: a decidere il tutto i giudici del tribunale. Una scelta che ha provocato non poche polemiche e che sta facendo scatenare il Paese
Oramai nel Paese non si sta parlando d’altro se non di questo avvenimento che vede come protagonista uno dei personaggi molto conosciuti nel posto. Ci troviamo in Nicaragua dove, uno degli argomenti del giorno, non può che essere quello relativo al monsignor Rolando Alvarez (il secondo a partire da destra, ovvero l’unico col microfono). Nelle ultime ore è arrivata la decisione ufficiale da parte del tribunale che lo ha condannato. Si tratta di una decisione quasi da record nei confronti di un uomo di chiesa. A quanto pare l’uomo, il giorno dopo, aveva rifiutato di imbarcarsi su un aereo che lo avrebbe portato direttamente negli Stati Uniti D’America.
Lo stesso velivolo che trasportava in esilio 222 prigionieri politici. Ed invece ha deciso di rimanere nel Paese. Ad emanare la sentenza il giudice della corte d’appello. Parole dure da parte dello stesso nei confronti del vescovo di Matagalpa. Lo stesso che è stato considerato un “traditore della patria“. Uscirà di prigione solamente dopo il 2049. Non è finita qui visto che la corte ci è andata davvero giù pesante con il 56enne. Gli è stata privata anche la cittadinanza nicaraguense, con tanto di multa che si avvicina ai 1.600 dollari.
Alvarez, che per anni ha studiato sia in Spagna che in Vaticano, giovedì 9 febbraio avrebbe rifiutato di imbarcarsi su un aereo charter. Un caso che è diventato di dominio nazionale. Tanto è vero che il presidente Daniel Ortega ne aveva parlato in diretta televisiva, annunciando che il vescovo non se ne sarebbe andato fino a quando non avrebbe parlato con gli altri vescovi. La sua posizione è stata definita “terrificante” ed allo stesso tempo assurda. Per lui si apriranno nuovamente le porte del carcere per “terrorismo“.
Ricordiamo che il 56enne è stato arrestato nell’agosto dello scorso anno. Qualche settimana dopo i tribunali lo hanno accusato di “cospirazione” ed anche diffusione di “notizie false”. Il vescovo, in più di una occasione, aveva criticato quelle che ritiene restrizioni alla libertà religiosa sotto il governo Ortega. Non è affatto un mistero che i rapporti tra chiesa cattolica ed il governo del Nicaragua non siano dei migliori. A partire dal 2018, ovvero quanto alcuni manifestanti chiedevano le dimissioni del presidente. In quella occasione Ortega accusò la Chiesa cattolica di essere complice di un tentativo di golpe. Fatto partire direttamente da Washington.