Clamorosa la richiesta di Piero Gesta a dieci giorni dalla decisione che si dovrà prendere per il ricorso presentato dai legali del detenuto ora in ospedale
“Annullare il 41 bis ad Alfredo Cospito”, la richiesta, ed è clamorosa, arriva direttamente da Piero Gaeta, il sostituto procuratore generale della Cassazione. A rivelarlo è il quotidiano La Stampa, una notizia che rappresenterebbe una svolta epocale in questo caso legato all’anarchico sotto regime di 41 bis che sta creando non pochi problemi sia a livello politico che sociale. Cospito è arrivato al 115/esimo giorno di sciopero della fame per protestare contro questa misura, ma il suo fisico sta cominciando ad accusare seri problemi, per questo è stato trasportato d’urgenza in ospedale.
La richiesta partita dalla procura generale della Cassazione ha spiazzato il Governo e, molto probabilmente il Ministro Nordio, ed è stata presentata in vista dell’udienza della Suprema Corte del prossimo 24 febbraio che quel giorno dovrà pronunciarsi sul ricorso presentato dai legali di Cospito, contro la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma di confermargli il regime del carcere duro.
Le condizioni di Cospito sono sempre più allarmanti
Il quotidiano La Stampa sostiene che la procura generale della Cassazione riterrebbe il 41 bis a Cospito “superato dagli eventi” e che la richiesta di revocarlo è contenuta nel testo della requisitoria depositato martedì scorso. Da sabato 11 febbraio Alfredo Cospito è stato trasportato in ospedale perché le sue condizioni preoccupano i medici, tanto che è monitorato e tenuto sotto controllo continuamente. L’anarchico pesa 71 chili ed è a rischio di edema cerebrale e aritmie cardiache potenzialmente fatali, ha detto il medico di parte all’avvocato Flavio Rossi Albertini.
Cospito, ha 55 anni e ha deciso di attuare uno sciopero della fame che va avanti da 115 giorni, ora è stato portato in ospedale, rifiuta gli integratori e qualsiasi forma di vitamina che gli possa dare un minimo di energia e forza. Non solo. Una volta entrato in ospedale ha fatto pervenire, tramite i suoi legali, un documento nel quale chiedeva di non essere alimentato o sostenuto in qualunque modo.