Il presidente del Coni ha parlato poco prima del premio Andrea Fortunato seguendo la linea del numero uno dello sport mondiale
Zelensky è sceso in campo anche sul mondo dello sport, mettendo i punti dove c’era bisogno di metterli e anche affrontando un argomento che ha un certo peso non solo politico ma anche sportivo. Nella famosa riunione effettuata in streaming qualche giorno fa tra i rappresentanti dello sport del mondo e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per discutere cosa avesse deciso il Cio sulla presenza o meno degli atleti russi ai Giochi di Parigi 2024 con una serie ipotesi di boicottarli.
Una richiesta sulla quale il Coni non può far finta di nulla, soprattutto se si considera che anche l’Italia è coinvolta con Milano-Cortina. Il presidente del Coni Giovanni Malagò non si tira indietro e ha cercato di difendere e seguire la linea tracciata da Thomas Bach e dal Cio in persona. “Atleti russi ai giochi? Io sono con Bach“, ha subito premesso il numero uno del Coni, anche se allo stesso tempo ha ricordato che questa storia riguarda i governi, non certo il Coni.
“Siamo il Paese che ospiterà i prossimi Giochi invernali del 2026, non possiamo non tener conto di questo combinato disposto, stiamo valutando e verificando quello che si dovrà fare, sperando che prima o poi tutto finisca“. Malagò ha spiegato anche, cercando di andare nel profondo della storia e della situazione, spiegando come sia possibile per gli atleti russi e bielorussi poter partecipare alle competizioni senza bisogno di correre e giocare sotto la propria bandiera.
Il numero uno del Coni ha provato a sintetizzare quello che sta accadendo dopo la richiesta di Zelensky. “Consideriamo – ha detto Malagò – che Bach ha previsto paletti già molto alti per la partecipazione di atleti russi alle Olimpiadi, basti pensare che non è prevista la bandiera, non c’è l’inno, come a Tokyo, anche se poi lì si sentiva altro. Non ci possono essere dichiarazioni di sostegno alla guerra degli atleti, non ci saranno gli sport di squadra. I partecipanti saranno come apolidi, qualcuno ha detto come rifugiati. Tutti poi ci auguriamo che la guerra possa finire presto. C’è la possibilità che questo accada, ma se succedesse i russi non potrebbero comunque partecipare perché sarebbe stato impedito loro di prendere parte alle gare di qualificazione”.