L’ex attaccante biancoceleste, in esclusiva a Notizie.com: “Quando le cose non vanno, il tecnico non ha piani alternativi. Finchè ha retto Immobile ok, ma ora?”
Due sole vittorie nel 2023: due pareggi e due sconfitte nelle ultime quattro gare disputate, tra campionato e Coppa Italia. La Lazio di Maurizio Sarri è in crisi. I biancocelesti, dopo la bella vittoria contro il Milan, si sono abissati e sabato hanno subito la sconfitta e il sorpasso dell’Atalanta. Roberto Rambaudi, ex attaccante dei biancocelesti, commenta per noi il momento della squadra di Sarri.
Rambaudi, cosa sta succedendo alla Lazio?
“Il risultato è la conseguenza delle prestazioni. Questa squadra non ha ancora fatto il salto di qualità. E la cosa che più mi delude del gioco di Sarri è che ho l’impressione che pensi molto di più alla fase difensiva, che a quella offensiva. Se guardi l’impostazione generale, c’è sempre lo stesso spartito”.
Quale?
“I quattro difensori, almeno due centrocampisti che vengono a prendere la palla bassa. Questa squadra, fino a che Immobile stava bene, riusciva a fare risultato perchè sfruttava la sua bravura sotto porta, ora le cose sono cambiate. Non ha mai creato tante palle gol: era bravissima a sfruttare le occasioni che creava, avendo qualità in attacco. Ma quando poi questa qualità viene meno, come sabato con l’Atalanta, i gol non arrivano”.
Servirebbe un piano alternativo?
“L’allenatore è sempre molto attento ai numeri: e allora guardiamoli. La Lazio è la sedicesima o addirittura la diciassettesima squadra per tiri in porta. E questo trend non è cambiato dall’inizio della stagione. A volte ci facciamo abbindolare da certe situazioni, ma a parte qualche buona gara fatta quest’anno (come il Milan), nella maggior parte delle volte si tratta di una squadra che vive di individualità. Che si aggrappa alla costruzione da dietro, ma che ha dei limiti a livelli mentali”.
Ci sono colpe dell’allenatore?
“A me Sarri piace, ma questa è una squadra che non ha un’opzione B. Lo scorso anno voleva fare delle cose diverse, come andare a pressare alti gli avversari, ma non aveva gli uomini per poterlo fare. Quest’anno ha abbassato tanto il baricentro, ma quando trovi una squadra come l’Atalanta che ti viene a pressare alto, ti mette in difficoltà. Io credo che bisogna avere un’opzione B e questa Lazio non ce l’ha. Se non riesce a fare quello che sa fare bene, va in difficoltà”.
Cosa cambierebbe?
“Perchè Vecino davanti alla difesa? Quando gioca lì, si perde la sua capacità di inserimento e non è in grado di costruire. Quindi che succede? Che Luis Alberto e Milinkovic tendono ad abbassarsi, e quindi lasciano soli i tre davanti e diventa un 3 contro sei. Ma Marcos Antonio che lo hanno preso a fare? Proviamolo. E’ piccolo si, ma tecnicamente da del tu al pallone sa far girare bene la palla, vede la giocata in profondità. Io vorrei vedere qualcosa di diverso. Se non va come deve andare, la Lazio è finita. Non è in grado di trovare soluzioni alternative”.
Cosa l’ha delusa maggiormente?
“A me la cosa che più delude è che la Lazio ha preso questo allenatore per fare un passo in avanti dal punto di vista mentale. Questa squadra non cerca un obiettivo, non tende ad arrivare. L’Atalanta ha fatto degli inciampi, ma regala l’impressione di avere sempre una sua idea. Un obiettivo. La Lazio sembra che non lo abbia mai”.