Senatore Barba e la donazione al nipote: “Non la merita”

Il Senatore Barba vent’anni dopo la donazione al nipote di 800 mila euro, gli fa causa: “Non li merita, ingrato”.

Potrà sembrare quasi una storia da film e invece è successo per davvero, vent’anni dopo la donazione pare a un miliardo e seicento milioni di vecchie lire che oggi corrispondono a 800 mila euro, il noto imprenditore e ex Senatore, Vincenzo Barba, rivuole indietro i soldi dati al nipote.

Senatore Barba
Senatore Barba, foto fonte Corriere del Mezzogiorno, Notizie.com

Ingiurie e nessuna riconoscenza da parte di uno dei miei nipoti per quello che ho fatto per lui” sono queste le parole che lui stesso affida al Messaggero per giustificare questa scelta, l’imprenditore che a Gallipoli è molto noto ha infatti deciso di fare causa al parente avvalendosi dell’articolo del Codice Civile che prevede proprio la revocabilità della donazione per ingratitudine.

Dal canto suo, il nipote in questione nega di essersi comportato male nei confronti del Senatore, il giovane non solo nega alcune ricostruzioni fatte da lui ma conferma di averlo sempre trattato con affetto e rispetto: insomma una battaglia che si prevede davvero lunga, ma approfondiamo il discorso.

Senatore Barba rivuole indietro i soldi dal nipote: “Evitava anche il minimo contatto”

La somma di denaro versata nel lontano 2000 è stata frutto di una vincita in borsa o per lo meno questo è quello che in quel momento è stato dichiarato, eppure adesso le intenzioni del noto imprenditore e ex senatore Vincenzo Barba sono quelle di riavere tutto, proprio per ingratitudine da parte del nipote.

Senatore Barba, foto fonte Messaggero, Notizie.com

Ho notato un distacco da parte di mio nipote, evitava qualunque tipo di frequentazione, anche il minimo contatto telefonico. Anche quando ho vissuto un momento di difficoltà economica e chiesto un prestito di 5mila euro per le spese correnti mio nipote mi ha risposto di no, mi ha ingiuriato, deriso e offeso con amici, parenti e conoscenti comuni, sino a isolarmi completamente, evitando qualsiasi contatto telefonico” sono queste le parole del diretto interessato che spiegano il motivo della sua decisione.

Parole che il nipote stesso smentisce e rimanda al mittente e su cui afferma: “Sono stato sempre attivo, anche dopo la donazione, in tutte le campagne elettorali, mi sono speso in suo favore. Tutto ciò in maniera disinteressata, mosso solo da grande affetto e devozione, rifiutando persino eventuali regalie e godendo profonda stima per lui”.

Insomma una situazione sulla quale non sembra essere possibile trovare un punto di incontro, anche dopo lla riunione fatta con i legali: Anna Maria e Gabriele Ciardo per Vincenzo Barba, Anna Panico per il nipote, in sede di mediazione. A Maggio i due si incontreranno davanti al giudice civile.

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